Cultura

Quella seduta spiritica
per trovare Aldo Moro    

TORONTO – 16 marzo 1978. In Via Fani, A Roma, l’automobile che trasporta il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro viene intercettata dalle Brigate Rosse; i terroristi falciano a colpi di mitra i cinque uomini di scorta e rapiscono Moro, per poi assassinarlo dopo cinquantacinque giorni di prigionia.

Il delitto Moro costituisce senz’altro uno dei più importanti snodi della storia della Repubblica Italiana, una vicenda traumatica e dai contorni tuttora oscuri.

In “La seduta spiritica” (Minimum fax, 2021) lo scrittore e giornalista Antonio Iovane (nella foto, con la copertina del suo libro) prova a fare luce sulla vicenda, unendo narrazione letteraria e reportage nello stile di Leonardo Sciascia (che aveva scritto sull’argomento il fondamentale “L’Affaire Moro”).

Il titolo del libro di Iovane si riferisce a uno dei retroscena più bizzarri del caso Moro. È il 2 aprile 1978. Aldo Moro è scomparso da due settimane. In un pomeriggio uggioso nella campagna romagnola un gruppo di amici, professori all’Università di Bologna, tra cui il futuro Presidente del Consiglio Romano Prodi, non trovando di meglio da fare per passare il tempo, decide di organizzare una seduta spiritica, chiedendo dove si trovi Aldo Moro alle anime di Don Sturzo e Giorgio La Pira (gli improvvisati negromanti sono tutti cattolici di sinistra). Muovendo un piattino da caffè su un tabellone, gli illustri defunti indicano una sequenza di lettere: g-r-a-d-o-l-i. Gradoli risulta essere un paesino nel viterbese.

Il giorno dopo, il professor Prodi riferisce l’episodio alla Digos di Bologna; il suggerimento dall’oltretomba arriva fino all’orecchio del capo della polizia, il quale (e questo è forse il dettaglio più inquietante di questa storia assurda) decide di organizzare effettivamente un rastrellamento nella cittadina di Gradoli, ovviamente senza risultati. Tuttavia, si scoprirà in seguito che esiste a Roma una Via Gradoli, dove si trovava il principale covo delle Brigate Rosse (ma Aldo Moro era stato portato in un altro nascondiglio). Straordinaria coincidenza? Autentico oracolo sovrannaturale? O forse qualcuno si era inventato la trovata della seduta spiritica per passare un’informazione senza compromettersi?

Districandosi tra documenti ufficiali e testimonianze dei protagonisti coinvolti, Antonio Iovane costruisce una sua interpretazione di questa vicenda al tempo stesso tragica e surreale.

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