Cultura

I candidati al Premio Strega 2022

BENEVENTO – Anche quest’anno si è aperta una delle più importanti competizioni di opere di narrativa nel panorama letterario italiano: il Premio Strega.

Da pochi giorni il Comitato direttivo del premio – composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi, Antonio Scurati e Giovanni Solimine – ha comunicato i nomi dei 12 candidati che concorreranno all’edizione 2022. I libri nominati sono stati selezionati tra una rosa di 74 titoli proposti. I libri in gara inoltre saranno letti e votati da una giuria composta da 1.000 studentesse e studenti provenienti da scuole secondarie superiori in Italia e all’estero che decreterà il vincitore della IX edizione del Premio Strega Giovani.

“Le 74 opere di narrativa proposte quest’anno al premio Strega sono state scritte o completate nei due anni di pandemia, nell’isolamento forzato e nella solitudine” ha sottolineato Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del premio. “In molti dei romanzi candidati i personaggi femminili – siano di finzione o di autofinzione – disegnano una nuova geografia umana. Donne non convenzionali, estranee agli stereotipi di genere. Bambine e ragazze anomale e diverse, amiche coraggiose, mogli divorziate, madri single, madri scriteriate, ossessivamente dedite ai figli o alla propria felicità, donne non madri per desiderio di indipendenza, che fanno i conti con la loro vocazione alla libertà e alla scrittura, e con l’esercizio di professioni altamente specializzate cui fino a pochi anni fa era loro vietato l’accesso. Voci graffianti e ironiche, saggiamente malinconiche o debordanti intelligenze, che testimoniano una svolta – ci auguriamo irreversibile – nella nostra società e nella nostra letteratura.”

Questi i libri candidati: Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri) presentato da Silvia Ballestra; Fabio Bacà, Nova (Adelphi) presentato da Diego De Silva; Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini+Castoldi) presentato da Luca Doninelli; Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) presentato da Andrea Vitali; Mario Desiati, Spatriati (Einaudi) presentato da Alessandro Piperno; Veronica Galletta, Nina sull’argine (minimum fax) presentato da Gianluca Lioni; Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli) presentato da Gad Lerner; Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma) presentato da Giuseppe Conte; Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani) presentato da Martina Testa; Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) presentato da Renata Colorni; Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi) presentato da Domenico Procacci; Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie) presentato da Loredana Lipperini.

Appuntamento storico e oggi ancora più attuale, il premio Strega fu annunciato per la prima volta il 17 febbraio 1947 dalla volontà di un gruppo nato nel 1944, alla fine della Seconda guerra mondiale: Gli amici della domenica. Segnati dalla “disperazione” e dalla “dispersione” che la guerra aveva causato, i membri del gruppo si riunivano “nella partecipazione di un tema doloroso nel presente e incerto nel futuro.

Poi, dopo il 4 giugno, finito l’incubo, gli amici continuarono a venire.” Così la scrittrice e fondatrice Maria Bellonci ricorda gli incontri presso la sua casa romana di amici, giornalisti, scrittori, artisti, letterati, di ogni estrazione politica, che alle soglie della liberazione di Roma si riunivano per fronteggiare insieme e attraverso la letteratura la memoria di un presente di lutto e la ricostruzione di un mondo i cui valori di pace e solidarietà erano andati perduti.

Ed è la necessità di ricostruire i pilastri su cui basare il vivere insieme politico e sociale che ispira il premio: “Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, un premio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea di una giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni verso; confermava il nuovo acquisto della democrazia.” Così Bellonci racconta l’idea di un premio che rispecchiasse anche la necessità di una rinascita culturale dell’Italia del Dopoguerra.

Con il nome del liquore Strega dell’azienda di famiglia dell’altro fondatore e mecenate Guido Alberti, ancora oggi il premio continua a essere l’espressione di un incontro tra “amici,” divenuto un corpo elettorale di quattrocento esponenti della cultura italiana, che si riuniscono ogni anno per decretare in due successive votazioni il vincitore: la prima in casa Bellonci, a giugno; la seconda al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, i primi di luglio.

Oltre a saggiare le tendenze del panorama culturale e letterario italiano, a testimoniarne i cambiamenti e le novità, e a rispecchiare la storia e l’evoluzione del nostro paese attraverso la narrativa, il premio quest’anno avrà anche il compito di ricordare al pubblico di lettori le sue origini e l’ispirazione di pace e democrazia che gli ha dato vita.

Teresa Valentini

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