TORONTO – L’onda lunga del conflitto tra Israele e Hamas arriva con tutta la sua dirompenza anche in Canada. A lanciare l’allarme è la pubblicazioni di alcuni documenti condivisi dal servizio segreto canadese – il Canadian Security Intelligence Service (CSIS) – e il ministero della Pubblica Sicurezza nei quali si mette in luce come negli ultimi mesi sia nettamente aumentata la retorica incendiaria e il rischio estremismo per effetto della guerra in Medioriente.
CSIS e governo federale, inoltre, in queste settimane hanno anche cercato di coinvolgere alcuni leader della comunità musulmana e quella ebraica per trovare delle soluzioni durature volte a stemperare le tensioni.
“Mentre gli impatti a lungo termine dell’attuale crisi non possono essere facilmente previsti, è chiaro che questo conflitto ha aumentato le tensioni all’interno della nostra società”, ha scritto il portavoce Eric Balsam. “La retorica violenta da parte di attori estremisti è aumentata dopo l’attacco di Hamas e, mentre il conflitto continua a svolgersi, è possibile che questi eventi possano avere un impatto sull’intenzione di alcuni individui di mobilitarsi alla violenza”.
I documenti rilasciati alla Canadian Press ai sensi dell’Access to Information Act fanno il punto sulle discussioni che i funzionari federali hanno avuto separatamente con i leader ebrei e musulmani sui disordini interni in corso. Uno di questi documenti afferma che i rappresentanti del Canadian Security Intelligence Service “hanno assicurato a tutti i partecipanti che continueranno a monitorare le minacce e a cercare prove di attacchi pianificati”.
I documenti indicano anche che la le autorità federali si rivolgeranno alle università “per discutere dell’attenuazione delle crescenti tensioni e dell’antisemitismo nei campus”. Accuse queste, ricordiamolo, che sono state respinte dagli organizzatori della protesta.
Negli ultimi dieci giorni, stimolati anche da quello che sta succedendo nei campus universitari statunitensi, i manifestanti hanno allestito accampamenti pro-palestinesi presso la McGill University di Montreal, l’Università di Ottawa, l’Università della British Columbia di Vancouver e, più recentemente, l’Università di Toronto.
Ieri, tra l’altro, il B’nai Brith Canada ha presentato il suo rapporto annuale e i dati rivelati sono molto preoccupanti. Secondo lo studio, gli incidenti di stampo antisemita, compresi quelli di natura violenta, sono aumentati drammaticamente a livelli senza precedenti nel nostro Paese nel 2023. Secondo i risultati pubblicati nell’ultima edizione dell’Annual Audit of Antisemitic Incidents in Canada di B’nai Brith, i casi segnalati sono aumentati del 109,1% dal 2022 al 2023.
Questa cifra, che documenta un totale di 5.791 incidenti, supera anche le statistiche del 2021, precedentemente le più alte mai registrate. A quel tempo, il B’nai Brith ha registrato 2.799 incidenti, anche se il totale è leggermente diminuito a 2.769 nel 2022.
Al di là dei numeri, l’Audit ha colto altre tendenze allarmanti. Ad esempio, nel 2023 c’è stato un allarmante aumento della prevalenza di episodi di antisemitismo nei campus universitari. Anche i casi di antisemitismo propagati dai suprematisti bianchi sono aumentati notevolmente.
Una nuova tendenza nel 2023 è stata l’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale (AI) per creare propaganda e materiali antisemiti. Un fatto nuovo questo, che potrebbe avere gravi conseguenze nell’immediato futuro.
Nella foto in alto, Parliament Hill
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