TORONTO – Accuse e veleni alla commissione d’inchiesta sulla legislazione d’emergenza. Ad alimentarli è stato ancora l’ex capo della polizia di Ottawa Peter Sloly (nella foto sopra) nel controinterrogatorio condotto da David Migicovsky, legale del corpo di polizia della Capitale. È del tutto evidente che all’interno dell’Ottawa Police il clima sia ancora teso e i rapporti si siano incrinati.
Da giorni si assiste al gioco dello scaricabarile: chi si deve assumere la responsabilità del sostanziale fallimento da parte della polizia di gestire la protesta nella Capitale prima dell’intervento deciso del governo? Sloly anche ieri ha cercato di sottolineare come la manifestazione stessa fosse un qualche cosa di anomalo, difficile da prevedere e che la mancanza di coordinamento con le altre forze di polizia inficiò la risposta delle forze dell’ordine alla minaccia rappresentata dall’occupazione del centro cittadino.
Fino a questo momento la commissione ha messo in luce – in numerose deposizioni e testimonianze – lo stato di impreparazione e inefficienza della polizia di Ottawa, così come il mancato coordinamento con l’Ontario Provincial Police e l’Rcpm. L’inchiesta ha anche sentito parlare della difficile situazione dei residenti del centro della capitale, che hanno raccontato la loro sofferenza mentre l’illegalità e i clacson dei camion a tutto volume hanno preso il sopravvento sulla loro comunità e le imprese che sono state costrette a chiudere.
Ma fino ad ora, l’inchiesta non ha avuto notizie dai manifestanti stessi. Questa settimana si cambia. Sono in calendario, infatti, le comparizioni di alcuni degli organizzatori del “Freedom Convoy”, molti dei quali – Tamara Lich e Pat King – stanno anche affrontando accuse penali relative al loro coinvolgimento nella protesta.
Keith Wilson, un avvocato che rappresenta un certo numero di organizzatori del convoglio, ha dichiarato prima dell’inchiesta che i suoi clienti sono ansiosi di parlare di ciò che stava accadendo e perché erano a Ottawa in primo luogo. “Sperano che diventi evidente, cosa che molti già sanno, che non c’era bisogno di invocare l’Emergencies Act”. Da allora Wilson è stato aggiunto alla lista dei testimoni.
I manifestanti sono arrivati a Ottawa il 28 gennaio per esprimere la loro rabbia e opposizione al governo federale e alle restrizioni Covid-19, compresa la vaccinazione obbligatoria per i camionisti che attraversavano il confine Canada-Usa.
La protesta si è rapidamente trasformata in ciò che la polizia ha considerato una “occupazione” vera e propria, poiché i manifestanti hanno bloccato il traffico e allestito accampamenti nelle strade della città.
I manifestanti hanno ispirato proteste simili in altre parti del paese, tra cui un blocco di sei giorni del valico di frontiera Canada-Stati Uniti sull’Ambassador Bridge a Windsor.
Il 14 febbraio, il governo federale ha invocato l’Emergencies Act per concedere nuovi poteri alla polizia, bloccando sezioni della città e costringendo le società di rimorchio a rimuovere i veicoli. Sono stati inoltre concessi poteri alle banche e ad altre società di servizi finanziari per congelare i fondi degli organizzatori della protesta. Il 18 febbraio, una massiccia operazione di polizia ha definitivamente sgomberato i manifestanti dalle strade di Ottawa.
Le testimonianze dei manifestanti del convoglio dovrebbero iniziare con due dei primi organizzatori coinvolti nella pianificazione della protesta: Chris Barber e Brigitte Belton. Barber è stato co-accusato con Tamara Lich di atti criminali.
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