Canada

Conto alla rovescia per l’ora X della guerra dei dazi commerciali

TORONTO – Inizia una settimana decisiva sul fronte dazi. Cresce l’attesa infatti, accompagnata da incertezza e timore, per il 2 aprile, quando gli Stati uniti attiveranno tariffe reciproche verso gli altri Paesi, per quello che il presidente americano Donald Trump ha già definito come il “giorno della liberazione” per gli Usa.

Diverso ovviamente il clima che si respira in Canada, in Europa e nel resto del mondo, dove il 2 aprile viene visto come l’ora X di una guerra commerciale di stampo protezionistico che potrebbe cambiare gli equilibri commerciali a livello globale. Nel nostro Paese, in particolare, quello della tariffe reciproche rappresenta un ulteriore passo nell’escalation voluta dall’inquilino della Casa Bianca, che si va a sommare ai dazi già attivati su tutte le importazioni di acciaio e alluminio – entrati in vigore a metà marzo – e alle tariffe doganali sospese all’ultimo momento a fine febbraio, con un’esenzione di 30 giorni, su tutti i prodotti canadesi che entrano nel mercato statunitense. Senza dimenticare gli ulteriori dazi Usa sul settore auto, laddove però continua a regnare l’incertezza sulla componentistica e sulle quote del prodotto finale realizzate all’interno dell’accordo di libero scambio tra Canada, Stati Uniti e Messico.

Incertezza, appunto, la parola chiave di questi mesi, da quando Trump è ritornato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato presidenziale. Negli ultimi giorni di positivo – o quanto meno di incoraggiante – abbiamo avuto la prima telefonata tra lo stesso Trump e il primo ministro Mark Carney. Una telefonata definita da entrambi “positiva e costruttiva”, nella quale almeno per questa volta il presidente americano ha messo da parte la retorica della possibile annessione e del 51° Stato, così come nei confronti di Carney non è stato utilizzato l’epiteto di “governatore”, così come ci eravamo abituati con l’ex primo ministro Justin Trudeau.

“Lo spirito della chiamata – ha sottolineato il leader liberale – è stato cordiale e concentrato sul fare progressi”. “Il presidente ha rispettato la sovranità del Canada oggi, sia nei suoi commenti privati che pubblici”.

Parole alle quali hanno fatto eco quelle pronunciate dall’inquilino della Casa Bianca. “Abbiamo avuto un ottimo colloquio, il primo ministro e io, e penso che le cose funzioneranno molto bene tra Canada e Stati Uniti”.

Trump non ha presi di mira il Canada con particolare disprezzo, come ha fatto per quattro mesi ogni volta che ha parlato di brandire i dazi come arma per combattere quelle che ritiene pratiche commerciali “sleali”.Invece Trump ha detto ai giornalisti: “Non mi riferisco al Canada, ma molti paesi si sono approfittati di noi”.

“Questo deve finire. Finiremo per avere un ottimo rapporto con il Canada e molti altri paesi. Alcuni probabilmente non lo faremo, non sarà così piacevole”, ha aggiunto.

“Ho sempre amato il Canada”, ha ribadito ai giornalisti a bordo dell’Air Force One mentre si dirigeva verso il suo resort di Mar-a-Lago in Florida alla fine della giornata. “Abbiamo avuto un’ottima conversazione, il primo ministro, e hanno le elezioni in corso, quindi ci incontreremo dopo le elezioni”.

In ogni caso i problemi sul tavolo rimangono, nonostante questo cambiamento nei toni che sicuramente servono a stemperare il clima infuocato delle ultime settimane.

In alto: il presidente Usa, Donald Trump (foto: The White House)

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