TORONTO – Il Canada si avvicina al voto. Come ampiamente previsto, domenica il primo ministro Mark Carney raggiungerà la governatrice generale Mary Simon per chiedere lo scioglimento della Camera e la conseguenze indizione delle elezioni anticipate. Due le date in ballo, un nodo che deve ancora essere sciolto dal successore di Justin Trudeau: 28 aprile o 5 maggio. La scelta definitiva sarà fatta nelle prossime ore dell’entourage dell’ex governatore di Bank of Canada.
Resta il fatto, a prescindere dalla data precisa del ritorno alle urne, che la campagna elettorale de facto sia già iniziata. Carney ha deciso di accelerare verso il voto anticipato proprio per evitare che si arrivasse al riavvio dei lavori parlamentari, fissati per il 24 marzo, a conclusione della prorogation voluta dal suo predecessore. Lo scioglimento della legislatura, quindi, ha garantito al primo ministro di evitare il potenziale voto di sfiducia annunciato dal Partito Conservatore, che aveva raccolto il consenso anche dell’Ndp di Jagmeet Singh – con qualche distinguo – e del Bloc Quebecois di Yves-François Blanchet.
Uno showdown in parlamento, dove peraltro Carney non detiene nemmeno un seggio, che ovviamente avrebbe avuto delle ripercussioni in termini di immagine che il primo ministro ha preferito evitare. Anche perché in questo momento tutto sta andando a gonfie vele: i sondaggi hanno certificato l’avvenuta rimonta dei liberali sui conservatori, dopo che negli ultimi mesi Poilievre poteva godere di un vantaggio superiore al 25 per cento nelle intenzioni di voto. A favorire la rimonta è stata soprattutto la guerra commerciale con gli Stati Uniti, nella quale una figura autorevole come Carney evidentemente fornisce quelle determinate rassicurazioni che non è in grado di dare il leader del Partito conservatore, almeno in questo momento.
In ogni caso l’esito del voto è tutt’altro che scontato. Ieri Poilievre ha dichiarato che il suo partito è pronto ad andare alle urne, con la macchina elettorale già ben oliata, con le donazioni al partito che hanno raggiunto dei livelli record e con la lista delle candidature nei 343 distretti federali praticamente ultimata, salvo le ultime limature e gli ultimi ritocchi. Anche il leader dell’Ndp Singh ha dichiarato di non temere il voto anticipato, e questo nonostante i sondaggi stiano registrano un vero e proprio crollo dei consensi verso i neodemocratici, con molti elettori di fede ndippina pronti a garantire il proprio sostegno a Carney. Le ultime rilevazioni demoscopiche danno il partito sotto al 10 per cento, con le proiezioni dei seggi che parlano di un drappello limitato di candidati che hanno reali possibilità di essere eletti a Parliament Hill.
Come dobbiamo aspettarci quindi nelle prossime settimane di campagna elettorale? Di certo questo voto sarà caratterizzato da un tema dominante, che oscurerà tutti gli altri: la guerra commerciale con gli Stati Uniti provocata dai dazi e dalle contro tariffe, con i potenziali effetti devastanti sulla nostra economia e con il rischio recessione dietro l’angolo.
Impossibile pensare che altre tematiche seppur di grande importanza – ambiente, sanità e via dicendo – possano avere un peso determinante nel dibattito politico: si parlerà quasi solo ed esclusivamente delle proposte presentate dai leader federali per fare i conti con l’imprevedibile inquilino della Casa Bianca, che rappresenta una minaccia senza precedenti per il benessere del Canada e dei canadesi.
Resta da capire se gli umori dell’elettorato continueranno ad andare verso la direzione delle ultime settimane – premiando l’autorevolezza di Carney, economista di prestigio già alla guida di Bank of Canada e della Banca Centrale dell’Inghilterra – o se la luna di miele tra i canadesi e il primo ministro si consumerà velocemente così come è nata.
Difficile ipotizzare che in questo testa a testa tra liberali e conservatori vi siano spazi per l’inserimento dell’Ndp, che anzi dovrà lottare duramente per la sua sopravvivenza politica e per mantenere una rappresentanza minima alla House of Commons.
In alto, il primo ministro Mark Carney (foto: X – Carney)