TORONTO – Serve un’azione più energetica e decisa da parte del governo federale per il controllo del confine con gli Stati Uniti. È questo l’appello lanciato dai premier durante l’incontro d’emergenza convocato dal primo ministro Justin Trudeau per fare il punto della situazione sull’onda lunga della decisione – anche se per ora è solo una minaccia – da parte del presidente eletto Donald Trump di attivare dazi doganali del 25 per cento per tutti i prodotti canadesi a partire dal prossimo 20 gennaio.
La condizione posta dal tycoon newyorchese è quella della necessità di un maggiore controllo ai confini da parte di Canada e Messico per bloccare “sostanze stupefacenti e immigrati clandestini”.
Dal meeting, che serviva più che altro a compattare i due livelli di governo di fronte a una minaccia che potrebbe portare il Canada in recessione, non è emersa una posizione unitaria. In particolare il premier dell’Ontario Doug Ford non ha nascosto le proprie preoccupazione, sottolineando come a suo dire il “governo federale dovrebbe adottare un approccio più proattivo nel controllo dei confini” – venendo quindi incontro alle richieste di Trump – osservando che fino a questo punto l’esecutivo federale è stato “lento nella sua risposta ed è rimasto sulla difensiva’’.
Parole, quelle di Ford, alle quali hanno fatto eco le dichiarazioni di Danielle Smith. “Anche se mi oppongo a qualsiasi dazio sui prodotti canadesi o statunitensi – ha detto la premier dell’Alberta – è mia opinione che il Presidente Trump e le decine di milioni di americani che hanno votato per lui hanno valide preoccupazioni relative ai migranti illegali e al contrabbando di droga al nostro confine condiviso. Sappiamo che il problema è molto più serio al confine tra Messico e Stati Uniti. Tuttavia, ciò non diminuisce la necessità per il governo federale e per ogni provincia confinante con gli Stati Uniti di adottare misure immediate per reprimere pesantemente queste attività illegali di confine. Farlo è un bene sia per gli Stati Uniti che per il Canada”.
Il ministro della Pubblica Sicurezza Dominic LeBlanc ha ribadito che saranno prese “misure aggiuntive” al confine, ma non ha fornito dettagli. “Crediamo che ci sia una circostanza in cui possiamo fare ulteriori investimenti per rassicurare i canadesi che tutte le misure necessarie sono in atto e continueranno ad esserlo. LeBlanc ha anche definito la conversazione con i premier “positiva” e ha detto che ci sarà uno sforzo più visibile per rassicurare sia i canadesi che gli americani che “il confine rimane sicuro e sarà sempre sicuro”.
“Quello che penso sia importante ora, e anche i premier hanno parlato di questo, è mostrare ai canadesi in modo visibile e dimostrabile la presenza delle forze dell’ordine ai nostri confini, parlando del buon lavoro che svolgono le unità di polizia federale dell’RCMP, con i partner nelle province e nei comuni”.
Trudeau invece sugli esiti del meeting non ha voluto rilasciare commenti. Il vice primo ministro Chrystia Freeland, ha minimizzato le divisioni. “Eravamo molto uniti e siamo tutti d’accordo sul fatto che in questo momento ciò di cui il Canada ha bisogno è un messaggio unitario”.
Nella foto in alto, il premier della BC David Eby durante il meeting virtuale con Justin Trudeau e gli altri premier (foto X – David Eby)