TORONTO – L’ultimo film sportivo di Luca Guadagnino, “Challengers“, potrebbe sconvolgere alcuni dei suoi fan, poiché il regista italiano tende ad occuparsi degli angoli intimi e oscuri delle relazioni umane, non dello sport.
C’è un’esplorazione ossessiva dell’attrito tra amici e amanti che caratterizza i suoi film, che si tratti del diciassettenne Elio di “Chiamami col tuo nome” che stringe un legame segreto con l’assistente ricercatore di suo padre, o della tensione tra vecchie fiamme in “A Bigger Splash”. Guadagnino, a quanto pare, ama contrapporre l’Uomo al Frutto Proibito.
Ma “Challengers”, a prima vista, è un film su tre giocatori di tennis universitari che gareggiano per diventare professionisti. Tuttavia, come la maggior parte dei film legati allo sport, “Challengers” vira dal soggetto al dramma fuori dal campo. Luca Guadagnino afferma: “È un tour de force cinematografico di gelosia, rivalità e amore… e l’azione sportiva doveva riflettere la dinamica tra i personaggi”. Quella che inizia come una storia di routine su compagni di college che corrono verso il professionismo, si trasforma in un’immersione profonda nella mentalità competitiva [dell’atleta] e nei suoi effetti sulle relazioni.
Queste relazioni ruotano attorno agli stessi personaggi, un triangolo amoroso tra Tashi (Zendaya), Patrick (Josh O’Conner) e Art (Mike Faist), tre giovani promesse del tennis. Quando Patrick e Art incontrano Tashi, un talento bellissimo ed esplosivo pubblicizzato come la prossima Serena Williams del tennis, la loro attenzione si sposta su chi può corteggiarla per primo. Le complicazioni sorgono quando Tashi accetta di uscire con chi batte l’altro in una partita di tennis. Da qui, la struttura lineare della storia viene abbandonata per uno spostamento cronologico.
L’azione principale è un’intensa Finale Challenger tra Art e Patrick [sulla trentina] al crepuscolo delle loro carriere. Attraverso intelligenti flashback tra i momenti della partita, Guadagnino rivela la guerra di logoramento che ha portato a questo momento, i torti che ciascuno di loro ha inflitto all’altro, alcuni dei quali sono stati tenuti segreti. Al centro di tutto ciò c’è una donna che, come afferma nel film, ha “distrutto” un legame tra amici, e ciò che comporta sono alcuni dei peggiori tipi di tradimento, indiscrezioni e ambizioni sconsiderate.
“Challengers” esamina le dimensioni psicologiche di tre individui, ciascuno dei quali rappresenta tratti o impulsi comuni – e ciascuno divora l’altro. Dall’innocenza fuorviante di Art, alla cieca ambizione di Tashi, alla morale dissoluta di Patrick, si forma un mostro a tre teste. Ma la sceneggiatura e l’interpretazione di Guadagnino evitano il giudizio. “Challengers” è semplicemente una storia “sul gioco della vita e dell’amore”, dice l’autore italiano, e anche se forse non è un decreto che tutto è giusto in amore e in guerra, è certamente uno sguardo al mondo dell’ambizione incontrollata – nell’amore e nello sport.
Challengers è disponibile su Apple TV e Amazon Prime Video
Tutte le foto sono di Goldwyn-Meyer Pictures Inc.
Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix