Canada

Carney accoglie i leader G7 in un mondo in fiamme

TORONTO – Summit G7 al via a Kananaskis. Mark Carney ieri ha accolto i leader mondiali nella cittadina dell’Alberta, con i lavori del vertice che inizieranno formalmente oggi e si protrarranno per tutta la giornata di domani. E se l’agenda degli incontri era già pronta da settimane, inevitabilmente i capi di Stato e di governo dei Paesi G7 dovranno per forza di cose discutere dell’improvvisa crisi Israele-Iran, nel bel mezzo di un conflitto esploso venerdì che rischia di provocare degli scossoni geopolitici in tutta la regione mediorientale. Ieri, prima dell’avvio del vertice, il primo ministro canadese ha avuto modo di partecipare in alcuni incontri bilaterali: Carney ha discusso con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e con due ospiti inviatati a partecipare ai lavori del G7, il primo ministro australiano Anthony albane

Oggi, come detto, i lavori del summit entrano nel vivo. La scaletta messa a punto dalla presidenza canadese prevede una prima sessione di lavori sull’economia globale. E anche se ufficialmente le parole “dazi” e “tariffe” non appaiono nella lista dei temi di discussione, è logico aspettarsi che i leader mondiali affronteranno l’argomento, vista anche la presenza di Trump, che con le sue politiche protezionistiche ha innescato un effetto domino sull’intera economia mondiale. I leader G7 dovranno cercare di trovare una sintesi da posizioni molto spesso antitetiche, tenendo conto che alcuni dei giganti economici mondiali – su tutto Cina e India – non fanno parte del G7.

La seconda sessione di lavori, sempre oggi, avrà come oggetto di discussione tre temi in apparenza molto diversi tra loro, ma che hanno come filo conduttore quello della sicurezza e della cooperazione: gli incendi fuori controllo, le interferenze straniere e il crimine transnazionale. E su questi tre fronti – a differenza dell’economia – è facile aspettarsi il raggiungimento di un consenso generalizzato tra tutti i partecipanti.

Delicatissima la terza sessione di lavoro, intitolata con tanto – forse troppo – ottimismo “Rendere il mondo più sicuro”. Conflitti, guerre, carestie, instabilità: su queste linee guida si discuterà della situazione in Medioriente, da Gaza agli ultimi sviluppi del conflitto tra Israele e l’Iran, con l’intento di trovare una strada che faccia tacere le armi e riavvii il motore della diplomazia. Domani, invece, la prima sessione dei lavori sarà monotematica e riguarderà l’Ucraina. A seguire, infine, sessioni di lavoro sulla sicurezza energetica, sull’intelligenza artificiale, le sfide per il futuro e la tecnologia quantistica.

La presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni è arrivata qui in Canada già sabato. Secondo quanto riferito da fonti italiane, la premier avrà due bilaterali: uno con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e un altro con il primo ministro britannico Keir Starmer.

Per quanto riguarda il documento finale, gli sherpa sono già al lavoro per smussare gli angoli e sintetizzare le diverse posizioni: l’apettativa – come ogni G7, peraltro – è quella di un documento finale molto generico, con tante buone dichiarazioni d’intenti ma poche, pochissime misure concrete. Il piano B prevede l’assenza di un comunicato congiunto al termine dei lavori, con la diffusione di sette dichiarazioni brevi, ciascuna relativa a uno dei temi chiave.

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