Canada

Caos vaccini, in Ontario rinvio fino a 42 giorni per la seconda dose 

TORONTO – I tagli a livello mondiale nella distribuzione del vaccino Pfizer avranno delle conseguenze pesanti anche in Canada e in Ontario. Nel fine settimana la ministra Anita Anand ha confermato che le forniture del vaccino subiranno a livello nazionale un taglio vicino al 50 per cento per le prossime quattro settimane. Di conseguenza, le varie province sono state costrette a rivedere la loro road map nella campagna di vaccinazione, che registrerà un significativo rallentamento un po’ come sta avvenendo anche in tutti i Paesi europei che hanno approvato il vaccino Pfizer.

In Ontario il governo è stato costretto ad aggiornare le sue raccomandazioni sulla tempistica entro la quale le persone dovrebbero ricevere la seconda dose, quella del richiamo che rende totalmente efficace il vaccino contro il Covid- 19. Durante la sperimentazione la seconda dose è stata inoculata 21 giorni dopo la prima. Ora la autorità sanitarie in Ontario hanno confermato che l’attesa per il richiamo potrebbe arrivare fino a 42 giorni, esattamente il doppio del tempo previsto in un primo momento.

In ogni caso non subirà rallentamenti la campagna di vaccinazione nelle case di cura a lunga degenza e nelle case di riposo, dove chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer avrà la seconda entro 21-28 giorni. Il Chief Medical Officer of Health David Williams ha ribadito che il provvedimento interesserà sia i residenti che i componenti dello staff.

Non cambia invece la tempistica per chi ha ricevuto la prima dose dell’altro vaccino approvato a dicembre da Health Canada, il Moderna: l’iniezione di richiamo sarà fatta dopo 28 giorni.

Restano comunque delle forti perplessità sulla gestione della vaccinazione in provincia. A dicembre il generale Rick Hillier, a capo della task force provinciale sul vaccino, aveva dichiarato che nella futura campagna di vaccinazione l’approccio base sarebbe stato quella di “due dosi per ogni persona”. Evidentemente qualcosa è andato storto, perché il taglio delle produzione del vaccino semmai avrebbe dovuto provocare un rallentamento nel numero dei nuovi vaccinati, senza alcun tipo di ripercussione per chi aveva già ricevuto la prima dose.

Rimangono dei dubbi anche sui potenziali rischi provocati dal cambiamento della tempistica sulle due iniezioni necessarie per creare uno schermo protettivo contro il Covid-19.

Anche in Quebec, nel frattempo, si deve fare i conti con i ritardi annunciati dalla Pfizer. Il ministro della Sanità Christian Dube ha annunciato che delle 176mila dosi di vaccino che dovevano essere consegnate entro l’8 febbraio ne arriveranno solamente la metà. Anche nella provincia francofona saranno allungati i tempi che passano tra la prima iniezione e quella di richiamo.

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