Canada

Povertà infantile,
54 anni per eliminarla

TORONTO – Cinquantaquattro anni. All’attuale tasso di miglioramento ci vorranno ben cinquantaquattro anni, secondo Campaign 2000, per porre fine alla povertà infantile.

L’allarme è stato lanciato dal movimento che è una rete apartitica di 120 organizzazioni partner nazionali, provinciali e comunitarie impegnate a lavorare insieme per porre fine all’indigenza dei bambini e delle famiglie: il nuovo rapporto di Campaign 2000 ha rilevato che più di 1,3 milioni di bambini canadesi, ovvero il 17,7%, vivono al di sotto della soglia di miseria indicata da Statistics Canada. “Si tratta di un numero piuttosto significativo di bambini che soffrono per i danni causati dai pasti mancati, dal non avere vestiti adatti e dall’assenza dei genitori che lavorano per molte ore”, ha affermato Leila Sarangi, direttrice nazionale di Campaign 2000.

La coalizione che prende il nome da una risoluzione della Camera dei Comuni del 1989 per porre fine alla povertà infantile entro il 2000 ritiene che il piano nazionale di contrasto alla povertà minorile con azioni di sostegno materiale ed educativo, abbia subito una battuta d’arresto: “La missione del Canada per eliminare la miseria infantile si è bloccata durante la pandemia di Covid-19 ed ora il governo federale deve intraprendere azioni più coraggiose e risolutive per proteggere i bambini”, si legge nel rapporto.

Uno studio, questo, che prende in considerazione le diverse sfaccettature del problema: il rapporto mette in luce che le famiglie monoparentali a basso reddito sono ora più lontane dalla soglia di povertà che in qualsiasi momento dal 2012. La media di queste famiglie con due figli è di $ 13.262 dal raggiungimento della soglia di povertà. Il divario è stato di $ 9.612 nel 2015. La soglia di povertà utilizzata nel rapporto è nota come Low Income Tax Measure After Tax, che Statistics Canada definisce come il 50 per cento del reddito medio delle famiglie canadesi.

Il rapporto si basa, inoltre, sui dati fiscali più recenti disponibili, che risalgono al 2019: “Pensiamo che la situazione sia destinata a peggiorare, siamo certi che metterà in luce risultati peggiori e tassi di povertà più alti causati dalla pandemia”. Il più alto tasso di povertà infantile in Canada è nel Nunavut, al 34,4%.

Sarangi afferma che le policy introdotte durante i primi anni del governo Trudeau – principalmente il Canada Child Benefit – hanno avuto un impatto positivo significativo sui livelli di povertà infantile. “Questi miglioramenti ora stanno rallentando perché il governo non ha ampliato adeguatamente i programmi di sussidi, né ha reso più facile per i genitori l’accesso ai programmi – ha fatto notare la direttrice nazionale di Campaign 2000 – il Canada Child Benefit non è a portata delle famiglie che sono nelle condizioni di bisogno più profonde, non le porta al di sopra del livello di basso reddito”.

Sono oltre 60 le raccomandazioni contenute nel rapporto: una di queste esorta il governo di Ottawa ad aumentare significativamente il Canada Child Benefit nel suo prossimo budget, sebbene il governo di Ottawa non sembra essere intenzionato a farlo.

Neesha Rao, direttrice esecutiva della Yellowknife Women’s Society, ha anche sollecitato il governo federale a creare un nuovo sostegno finanziario alle famiglie, possibilmente includendo un programma di reddito garantito. “È tempo per noi come paese di prendere in considerazione una sorta di reddito nazionale garantito per le persone, perché alla fine ne beneficeranno i bambini – ha detto Rao – gran parte della risposta alla pandemia che abbiamo visto da Ottawa si è concentrata su ciò che il governo Trudeau chiama la classe media ma penso che abbiamo davvero bisogno che venga fatto di più per coloro che sono vicini alla soglia di povertà”. “La mancanza di azione da parte del governo canadese ci spinge a pensare che la povertà infantile non sia affatto una sua priorità”, ha concluso amaramente Sarnagi.

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