Canada

Poilievre al caucus:
“Ridiamo la speranza ai canadesi,
l’inflazione è colpa di Trudeau”

TORONTO – “Dobbiamo ridare la speranza ai canadesi, contro questo governo e contro questo primo ministro”. Pierre Poilievre approfitta del primo incontro con il gruppo parlamentare conservatore dalla sua elezione alla guida del partito per lanciare la sua sfida a Justin Trudeau.

Il neo leader tory, nel suo intervento davanti ai deputati e ai senatori conservatori, ha elencato le priorità nell’immediato futuro, puntando il dito contro il governo liberale colpevole, a suo dire, di non aver fatto nulla per frenare l’inflazione fuori controllo che sta mettendo in ginocchio decine di migliaia di famiglie. Poilievre è pronto ad aspettare al varco il primo ministro, in vista della riavvio dei lavori parlamentari in programma la prossima settimana a conclusione della pausa estiva.

Tra gli obiettivi prioritari del nuovo segretario conservatore troviamo anche quello di superare le divisioni e le fratture interne per arrivare ad avere un partito unito sotto la guida del suo leader. In questo caso, a dire il vero, le uniche possibili divisioni sono solamente a livello parlamentare, visto che la base conservatrice in questa corsa alla leadership ha dimostrato di andare quasi tutta verso la stessa direzione.

È infatti grazie ai numeri delle votazioni di sabato scorso che si può capire la proporzione della vittoria a valanga del deputato di Carleton: il quasi 70 per cento delle preferenze non inquadra a dovere le modalità del suo trionfo contro Jean Charest, Leslyn Lewis, Roman Baber e Scott Aitchison. Poilievre, infatti, ha conquistato 330 distretti su 330, un dato senza precedenti, sbaragliando lo stesso ex premier del Quebec in quasi tutte le circoscrizioni elettorali della provincia francofona.

D’altro canto il presidente del partito Rob Batherson in un suo intervento ha definito l’elezione di Poilievre “una leadership di portata storica”, proprio perché il partito non si è mai trovato davanti a questi numeri. “Nella politica canadese – ha aggiunto Baherson – non abbiamo mai avuto un partito con 678mila iscritti, così come non abbiamo mai avuto una corsa alla leadership dove sono stati conteggiati 418mila voti”. E questo livello di consenso popolare, almeno per quanto riguarda la base conservatrice, rappresenta una sorta di assegno in bianco che Poilievre si appresta ad incassare alla riapertura del parlamento.

La sua prima importante decisione riguarderà per forza di cose quella di nominare i nuovi componenti del governo ombra. Durante la corsa alla leadership, 62 deputati su 118 gli hanno dato il loro endorsement: ora bisognerà vedere se Poilievre vorrà dare qualche incarico anche a chi non l’ha sostenuto ufficialmente, inclusi i 10 parlamentari eletti in Quebec che durante la corsa alla leadership hanno sostenuto ufficialmente Charest.

Nel frattempo il primo ministro è impegnato da ieri nel ritiro ufficiale del caucus liberale. La scorsa settimana, a Vancouver, Justin Trudeau si è incontrato con i componenti dell’esecutivo per stilare l’agenda di governo della prossima sessione parlamentare. In New Bruswick, invece, il leader liberale avrà modo di tastare gli umori del gruppo parlamentare grit dopo i numerosi problemi emersi questa estate che hanno creato polemiche a non finire e che, secondo le opposizioni, non sono state risolte a dovere dall’esecutivo: le lungaggini burocratiche per il rinnovo dei passaporti, il caos sicurezza nei principali scali canadesi, così come l’impennata dei prezzi, dalla benzina ai beni alimentari.

Poilievre continua a puntare il dito contro lo stesso Trudeau, attribuendogli la piena responsabilità.

Ora il governo deve cercare di cambiare marcia, anche perché – è utile ricordarlo – l’esecutivo sopravvive grazie all’accordo siglato con il leader dell’Ndp Jagmeet Singh, non avendo i numeri sufficienti alla Camera per poter governare in modo autonomo. E proprio quell’accordo, negli ultimi mesi, è sembrato molto fragile e sul punto di cadere a causa delle tensioni tra la maggioranza liberale e i deputati neodemocratici. Questo fragile equilibrio potrebbe traballare ancora di più con il Partito Conservatore a guida Poilievre.

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