Canada

Cadono le restrizioni
al confine Usa-Canada
ma il test PCR è un ostacolo

TORONTO – Dopo venti mesi oggi cadono per i canadesi le restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti introdotte nel marzo 2020 a causa della pandemia. Come annunciato dalla Casa Bianca alla fine di ottobre, da oggi si riapre la frontiera per consentire ai viaggiatori completamente vaccinati di attraversare il confine terrestre tra Canada e Stati Uniti.

Dalla scorsa mezzanotte, il traffico non essenziale ha ripreso a scorrere in entrambe le direzioni per la prima volta da marzo 2020, quando entrambi i paesi hanno imposto restrizioni nella speranza di rallentare la diffusione del virus. Ma questa bella notizia non ha suscitato l’entusiasmo che ci si aspettava. Mentre gli Stati Uniti permetteranno l’ingresso solo a coloro che sono completamente vaccinati, le regole per tornare in Canada sono diverse: chiunque attraversi il confine con il Canada oltre a mostrare la prova della vaccinazione, deve avere un test PCR valido entro le ultime 72 ore e deve scaricare e compilare l’applicazione di viaggio ArriveCAN del governo del Canada. È proprio il requisito di un recente test PCR per dimostrare di non essere infetti a far storcere il naso a chi ha intenzione di varcare il confine: il costo per il test in Canada può variare da $150 a $300 a persona.

La Chief medical officer del Canada, la dottoressa Theresa Tam, ha indicato che Ottawa è ben consapevole degli inconvenienti causati dalla necessità di fare il test molecolare: “stiamo esaminando la questione con molta attenzione”, ha detto.

Tuttavia, la Canada Border Services Agency ha immediatamente ricordato che il test rimane un requisito necessario. “Non solo la spesa scoraggia le persone dal viaggiare, è una misura controproducente che fa poco per migliorare la sicurezza pubblica – ha affermato Perrin Beatty, ex ministro del governo federale che ora è ceo della Canadian Chamber of Commerce – semplicemente non ha senso”.

Intanto sono numerosi gli italocanadesi che si stanno preparando a trascorrere l’inverno negli Stati Uniti, in Florida in particolare. Ogni anno, infatti, le persone ormai in pensione fanno le valige per raggiungere le località di mare e lasciare alle loro spalle il freddo e le nevicate che nel giro di qualche settimana non mancheranno in Canada.

La spesa e l’inconveniente di sottoporsi a un test PCR potrebbero rivelarsi scoraggianti.

Ciò potrebbe avere un effetto dannoso sul turismo, portando anche a un calo dei viaggi brevi che di solito vengono fatti per business. Le aziende più grandi potrebbero essere in grado di assorbire il costo dei test, ma quelle più piccole potrebbero non essere in grado di sostenerli.

Meredith Lilly, Simon Reisman Chair in trade policy presso la Carleton University’s Norman Paterson School of International Affairs, ha affermato che il governo deve avere più fiducia nella capacità dei vaccini di fermare la diffusione del Covid-19 o almeno di indebolirne l’impatto sulle persone che potrebbero contrarlo.

“Le persone che viaggiano sono persone completamente vaccinate, è giunto il tempo di fidarsi del vaccino e riconoscere la natura endemica del Covid-19, dobbiamo imparare a coesistere con questo”, ha detto.

More Articles by the Same Author: