Toronto

Brampton,
Emily muore di Covid
a tredici anni

TORONTO – Si chiamava Emily Victoria Viegas e aveva 13 anni la ragazzina di Brampton morta di Covid-19. Una storia straziante, una morte che forse, chissà, poteva essere evitata.

Emily ha iniziato a mostrare alcuni degli stessi sintomi che avevano causato il ricovero della madre in ospedale – tosse, difficoltà respiratorie e incapacità di stare in piedi – ma il padre, Carlos Viegas, temendo che a causa del sovraffollamento del Brampton Civic avrebbero trasferito la figlia in un ospedale di Oakville, ha cercato di curarla a casa.

Carlos le controllava la temperatura, le dava del Tylenol per abbassare la febbre, la esortava a bere molta acqua e a mangiare anche se non aveva molto appetito. In fondo, pensava, Emily aveva solo 13 anni e probabilmente sarebbe guarita velocemente.

Non è andata esattamente così: il 22 aprile, Emily è entrata a far parte del triste elenco dei canadesi più giovani che hanno perso la vita a causa del Covid.

Erano da poco passate le 9 del mattino quando il fratello di Emily si è accorto che la ragazza non si muoveva, giaceva immobile nel suo letto, gli occhi parzialmente aperti. Al loro arrivo i paramedici hanno cercato di rianimare Emily, il cuore aveva ripreso a battere ma non respirava ancora.

Tre ore dopo il ricovero in ospedale a Carlos è giunta la telefonata che più temeva: Emily se n’era andata.

Viegas, 58 anni – che lavorava in un magazzino si trovava in quarantena ed era l’unico della sua famiglia risultato negativo al tampone. Sua moglie è stata la prima ad ammalarsi, anche se è rimasta a casa per una settimana prima di fare il test e scoprire di aver contratto il coronavirus. Durante quel periodo, Carlos aveva continuato a lavorare e i suoi due figli ogni tanto andavano nella stanza della mamma per portarle cibo e acqua.

Il 14 aprile, il giorno dopo che la donna ha ricevuto i risultati del test, la situazione è peggiorata al punto che si è reso necessario il ricovero: tuttora si trova nel reparto di terapia intensiva. Il suo livello di ossigeno nel sangue è salito fino all’80% e Carlos spera che possa tornare a casa presto.

I Viegas vivono in un appartamento in un hot spot di Covid-19 nella parte est di Brampton, una città con un tasso di positività al test del 22%, il più alto dell’Ontario.

Ma la caratteristica di questa terza ondata di coronavirus è che le infezioni e i decessi improvvisi tra i giovani sono diventati più frequenti. Ammontano a 208.195 le persone sotto i 19 anni risultate positive al virus fino al 23 aprile: di questi, secondo le statistiche nazionali, 142 sono stati ricoverati in terapia intensiva e otto sono morti.

Emily Victoria Viegas non ce l’ha fatta, la sua giovane vita è stata spazzata via dallo tsunami chiamato Covid-19. “Informare mia moglie della morte di nostra figlia è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto”, ha detto Viegas che è ancora in isolamento. Il compito di condividere la notizia con gli amici e organizzare il funerale è spettato quindi ad altri membri della famiglia.

“Non conosco i dettagli. Non so nemmeno se potremo vederla – ha aggiunto Carlos Vegas – mia madre, comunque, non ci sarà. Ha detto che non vuole vedere sua nipote in una bara”.

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