TORONTO – Bank of Canada è pronta ad annunciare un nuovo rialzo dei tassi d’interesse. Non dovrebbero quindi esserci sorprese domani, quando la Banca Centrale canadese darà continuità alla sua politica monetaria inaugurata la scorsa primavera con l’obiettivo di aggredire e riportare sotto controllo l’inflazione nel nostro Paese. Il consenso ormai assodato tra gli economisti vede anche a gennaio un rialzo dello 0,25 per cento del tasso di sconto, che porterà a un corposo più 4 per cento dal marzo del 2022 ad oggi. A dicembre Bank of Canada, nel suo rapporto mensile, se da un lato aveva sottolineato come il repentino aumento del costo della vita fosse incanalato sulla strada del rallentamento, dall’altro aveva lasciato intendere una probabile futura correzione aggiuntiva, che puntualmente arriverà il 25 gennaio.
A dicembre l’aumento dell’inflazione qui in Canada si è attestato al 6,3 per cento, in calo rispetto al 6,8 per cento registrato a novembre. Continua però a preoccupare l’aumento indiscriminato dei prezzi dei beni alimentari, costantemente sopra l’11 per cento su base annua, e più in generale di tutti i prodotti che compongono il carrello della spesa. Gli economisti continuano quindi a ripetere come negli ultimi mesi sia drammaticamente crollato il potere d’acquisto dei consumatori canadesi, stretti nella tenaglia del rialzo dei mutui variabili e dei prestiti creditizi da una parte e dall’aumento del costo della vita dall’altra.
In ogni caso, l’aggressiva politica monetaria di Bank of Canada – utilizzata peraltro anche dalle banche centrali degli altri Paesi occidentali investiti pure loro dall’inflazione – dovrebbe esaurirsi questo mese: a febbraio, molto probabilmente, il tasso di sconto dovrebbe rimanere invariato al 4,50 per cento per la prima volta dallo scorso marzo.
Nel frattempo si stanno accumulando segnali sull’arrivo di una possibile recessione in Canada in questo nuovo anno. Bisogna capire quanto sarà profonda e soprattutto quanto durerà. Una recessione, sottolineano gli economisti, che colpirà diversamente le varie province canadesi.
Secondo un rapporto dell’RBC, la provincia destinata a sentire maggiormente le conseguenze di questa delicata fase economica sarà l’Ontario. Nella ricerca si mette in luce come le previsioni parlino di una contrazione dell’economia dell’Ontario dello 0,1 per cento nel 2023, mentre a livello nazionale il Prodotto interno lordo canadese dovrebbe crescere dello 0,3 per cento. Le tre province che dovrebbero superare indenni la contrazione del Pil sono l’Alberta, il Labrador and Newfoundland e il Saskatchewan, che secondo le previsioni dell’RBC dovrebbero chiudere il 2023 con una crescita di poco inferiore al 2 per cento.
In territorio positivo anche il Pil della Prince Edward Island, New Brunswick e Nova Scotia (tutte sopra la crescita dell’1 per cento) e quello del Manitoba, allo 0,7 per cento.
La British Columbia, secondo il rapporto, dovrebbe chiudere il 2023 con una minima crescita, mentre il Quebec registrerà una crescita zero per l’anno in corso.
Insomma, nubi all’orizzonte per la nostra economia, con le mille incognite che potrebbero influire pesantemente su un nuovo rallentamento generalizzato.
Il conflitto in Ucraina, l’instabilità dei mercati e dei prezzi dei prodotti energetici e più in generale un deterioramento dell’economia mondiale potrebbero influire negativamente anche nei vari comparti produttivi del nostro Paese. Resta da capire se e come l’economia canadese sarà in grado di reggere di fronte a dodici mesi pieni di incognite.
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