Canada

Appartamenti sfitti, costruzioni bloccate: il grande bluff della crisi abitativa

TORONTO – Crisi abitativa. Queste due parole hanno dominato il dibattito politico a livello municipale, provinciale e federale dell’ultimo anno e mezzo. La narrazione della nostra classe politica, di ogni casacca politica, ha ripetuto come un mantra la tesi del “non abbiamo abbastanza case, dobbiamo rimboccarci le maniche e costruirne molte di più”.

Centinaia di migliaia, milioni di nuove unità abitative di cui il Paese ha un disperato bisogno. Ma è davvero così, o siamo invece di fronte al più grande bluff politico dell’ultimo decennio. I tre livelli di governo hanno stanziato risorse senza precedenti per affrontare questa presunta crisi abitativa, aggredire la tanto temuta emergenza dare serenità ai canadesi.

Il governo federale, solamente nell’ultimo Budget, ha stanziato 15 miliardi di dollari nell’Apartment Construction Loan program, un altro miliardo e spiccioli per convertire il 50m per cento degli uffici federali in appartamenti: il tutto si va a sommare al cosiddetto Housing Accelerator Fund, un fondo con il quale vengono finanziati progetti di sviluppo edilizio a livello locale, su proposta dei singoli comuni.

Il governo provinciale, dal canto su, ha promesso di costruire 1,5 milioni di nuove case entro il 2031, di queste 285mila a Toronto.

Eppure, i dati che mensilmente ci vengono forniti da rapporti, analisi e andamento del mercato immobiliare ci offrono uno scenario che mette in dubbio le premesse e la reale portata della crisi abitativa. L’ultimo in ordine di tempo è l’Urbanation report, che prende in esame la situazione nella Greater Toronto and Hamilton Area (GTHA). Ebbene, dai dati dell’analisi, scopriamo che in questa zona della provincia nel primo trimestre dell’anno sono stati venduti sulla carta appena 1,461 appartamenti che devono essere costruiti: si tratta del numero più basso dal 2009.

Secondo il rapporto, le vendite nel giro di un anno sono crollate del 71 per cento: se teniamo conto delle vendite nel 2022, il saldo negativo scende all’85 per cento. Nel documento viene registrato un netto rallentamento delle vendite, tanto è vero che nella stessa zona la costruzione di 60 tra grattacieli e condomini è stata fermata sine die per mancanza di acquirenti: si tratta di oltre 21mila appartamenti che rimangono invenduti.

Ma il problema non è solo lo scarso interesse per gli appartamenti la cui costruzione deve essere completata, ma anche quelli belli e pronti che sono già sul mercato: numeri altissimi di unità abitative sfitte.

Ma allora qual è il vero problema. È evidente che la vera crisi non è nella case che sono disponibili sul mercato, ma il loro costo proibitivo: con i tassi d’interesse i mutui sono alle stelle, così come è altissimo il denaro necessario per fornire un deposito – il down payment – stesso discorso per gli affitti, specialmente a Toronto e dintorni. La case ci sono, anzi ce ne sono troppe, già costruite o in costruzione, ma molte persone non sono in grado di affrontare i costi. E allora la vera emergenza dovrebbe essere quella di attivare misure per favorire e facilitare l’acquisto delle case, non costruirne altre destinate a rimanere sfitte e invendute.

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