Ontario

Annunci elettorali e focus sui sondaggi, si rafforza l’ipotesi del voto anticipato

TORONTO – Tra annunci dal chiaro sapore elettorale, corsa alle candidature e attacchi politici mirati, si rafforza l’ipotesi del voto anticipato in Ontario.

L’accelerazione del progetto che pone fine al monopolio pubblico della vendita degli alcolici è solo l’ultimo tassello di un puzzle che, una volta completato, sembra confermare l’intenzione del premier Doug Ford di tornare alle urne in anticipo rispetto alla scadenza prevista, giugno 2026.

Ma perché il leader del Progressive Conservative, che gode della maggioranza assoluta a Queen’s Park, dovrebbe forzare la mano, con tutti i rischi legati al voto anticipato? Il primo fattore, decisivo, è quello dei rapporti di forza tra i partiti in Ontario. Attualmente nell’assemblea legislativa provinciale il conservatori possono contare su una maggioranza di 80 deputati, ben al di sopra della soglia minima per poter formare un governo di maggioranza fissata a quota 63.

L’Ndp guidato da Marit Stiles ha invece 28 parlamentari, mentre il Partito Liberale – ridotto a terza forza politica dopo le ultime disastrose elezioni del 2022 sotto la guida dell’ex leader e attuale sindaco di Vaughan Steven Del Duca – è rappresentato da un drappello di 9 mp. A Queen’s Park siedono anche due deputati del Green Party e 5 indipendenti.

I sondaggi degli ultimi mesi mettono in luce un forte consenso elettorale per il premier e per il suo partito. Il portale 338canada.com, che raccoglie ed elabora tutte le indagini demoscopiche, identifica i tory di Ford come il partito da battere, con il 39 per cento dei consensi, seguiti dai liberali di Bonnie Crombie al 28 per cento e i neodemocratici al 23.

A livello di distribuzione di seggi, i conservatori se si votasse in questo momento conquisterebbero 80m seggi (minimo 61, massimo 98 se si considerano le circoscrizioni dove l’esito non è scontato), l’Ndp non andrebbe oltre 24 deputati, il Partito Liberale eleggerebbe 17 mp. Si tratterebbe quindi dello scenario ideale per Ford, con il suo partito ancora saldamento al comando e con il fronte del centro-sinistra ancora frammentato. Verrebbe disinnescato – è questo il ragionamento dei fedelissimi del premier – l’effetto novità rappresentato dalla nuova leader liberale Crombie, e si inaugurerebbe una nuova legislatura all’insegna della stabilità politica e di governo.

Oltre a questo, tornando alle urne prima della scadenza naturale farebbe bypassare – almeno per il momento – un potenziale terremoto politico rappresentato dallo scandalo della Greenbelt: l’Rcmp ha preso in mano le indagini e l’esito dell’inchiesta rappresenta una minaccia concreta all’orizzonte per Ford.

Tuttavia esiste l’altra faccia della medaglia, ed è per questo che nella dirigenza del partito di maggioranza c’è anche chi frena e invita a vagliare con più attenzione tutte le incognite legate al ritorno alle urne. Perché andare alle elezioni prima della scadenza naturale della legislatura rappresenta un rischio, seppur calcolato, e i precedenti storici non sono dei più lusinghieri. A ricordarlo è stata nei giorni scorsi la stessa Crombie. “I segnali stanno puntando verso il voto anticipato”, ha dichiarato la leader del Partito Liberale.

Crombie ha suggerito che Ford potrebbe subire lo stesso destino dell’ex premier liberale David Peterson, che si giocò la carta delle elezioni anticipate nel 1990 – tre anni dopo un mandato quinquennale – una decisione che lo portò alla cacciata del suo partito e alla sua sostituzione con un governo Ndp guidato da Bob Rae.

“Hanno un governo di maggioranza – ha aggiunto – Non riesco a immaginare il motivo per cui vorrebbero indire elezioni anticipate. È molto irrispettoso, è molto antidemocratico”.

La Stiles, dal canto suo, ha confermato come l’Ndp non si farà trovare impreparato nel caso in cui Ford decidesse di azzardare il ritorno alle urne prima del voto in programma tra due anni.

In alto, un’urna elettorale (foto: Elections Ontario)

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