Cultura

Anna Ciardullo Villapiana in Giappone per “Narrarsi altrove”

TORONTO – Amada, una compagnia di robotica al servizio della produzione manifatturiera, ha recentemente organizzato un work tour in Giappone ospitando uomini d’affari provenienti da diverse parti del Canada.

L’azienda fondata nel 1946 dai giapponesi Isamu Amada e Ryuharu Emori, con sedi sparse in tutto il mondo (inclusa Piacenza), ha cambiato il modo di concepire la realizzazione di prodotti metalmeccanici introducendo macchinari sofisticati che, al servizio dell’operaio, permettono di portare a termine il lavoro con maggior efficenza e misure di sicurezza.

Uomini d’affari provenienti da Vancouver, Toronto, Winnipeg, Guelph hanno visitato alcune fabbriche in cui questi macchinari sono ampiamente utilizzati.

In questo contesto, “Narrarsi Altrove” di Anna Ciardullo Villapiana (le cui pagine sono apparse sul Corriere Canadese settimanalmente, per circa un anno, e poi pubblicate in Italia dalla casa editrice Rubbettino nella collana di Italian Diaspora Studies) è stato presentato e offerto come dono al presidente di Gyoda (una fabbrica in cui l’utilizzo della robotica prodotta da Amada è stato adottato per la realizzazione di ascensori e altri prodotti). Masami, che lo ha accettato con grande piacere, ha sorriso allo sforzo dell’autrice di scrivere una dedica in giapponese.

In questa sede sono stati ricordati il sacrificio e le condizioni di lavoro di molti italiani emigrati negli anni ’50, di cui alcune storie compaiono nel volume, operai che si sono trovati a lavorare nel settore metalmeccanico con problemi di sicurezza che col tempo l’impegno di compagnie come Amada, insieme alle misure adottate dai diversi governi, sono riusciti comunque a ridurre nel migliore dei modi. Il libro è stato inoltre discusso nella sede Amada Isehara-shi, Kanawaga, a poche ore di distanza da Tokyo e offerto in dono a Peter Burrell, presidente di Amada Canada, italiano di adozione e organizzatore dell’intero tour giapponese.

Oltre all’approccio futuristico del mondo della manifattura, alle presentazioni dei prodotti in 3D in stanze high -tech in cui gli ologrammi scorrono sulle pareti e una suadente voce femminile spiega in dettaglio la realizzazione e l’utilizzo dei macchinari, si può dire che la sede di Amada è anche un contenitore di opere d’arte provenienti da tutto il mondo, soprattutto dall’Italia.

C’è un museo di opere variegate, realizzate in metallo proprio con l’ausilio di quei macchinari, e poi ci sono sculture enormi sparse all’interno dell’edificio. Hanno attratto la mia attenzione per la loro maestosità quelle realizzate dai fratelli Joe e Arnaldo Pomodoro, rinomati scultori italiani. Il globo di Joe Pomodoro si può ammirare a Roma, nel cortile dei Musei Vaticani, e un globo di dimensione simile, ma con dettagli diversi, si trova proprio nel cortile della sede Amada di Kanawaka insieme ai dipinti di Giuseppe Capogrossi. Mentre l’opera altrettanto imponente di Arnaldo Pomodoro si trova nel cortile della seconda sede di Amada, ai piedi di Monte Fuji, di fronte alle vetrate dell’edificio in specchi che riflettono i fianchi del vulcano e il suo collo bianco.

È stato molto interessante vedere come in questa compagnia nata in Giappone si formino (attraverso contatti con le sedi sparse in diverse parti del mondo) dei legami di collaborazione non solo di natura lavorativa, ma anche artistica, incentivati dai tour in cui oltre a consulenze e presentazione di nuovi prodotti, viene offerta agli ospiti anche la possibilità di avere visite guidate nelle parti turistiche del Giappone, di condividere le loro opere, come nel caso di Narrarsi Altrove, nonché godersi una sosta nella capitale.

Il tour si è concluso con una serata di karaoke in cui le canzoni cantate in lingue diverse, a seconda della provenienza di chi si divertiva col canto ad allietare il gruppo, sprizzavano raggi di forte umana condivisione che attraverso la musica facevano trapelare con orgoglio e un pizzico di nostalgia le proprie origini.

Nella foto qui sopra, Anna Ciardullo Villapiana con Daniel Di Gregorio e Peter Burrell, rappresentanti di Amada Canada; nella foto in alto, l’autrice con Masami Gyoda, presidente della compagnia omonima

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