Canada

Alberta, al vaglio referendum
su piano pensionistico provinciale

TORONTO – Abbandonare il Canada Pension Plan e creare un proprio piano previdenziale provinciale. È questa l’idea lanciata in Alberta già nel 2020 tornata di strettissima attualità il mese scorso, quando un rapporto indipendente redatto da LifeWorks ha quantificato in circa 334 miliardi il valore dei fondi che dovranno essere stanziati alla provincia da Ottawa. La premier Danielle Smith (nella foto sopra), dopo aver vinto le ultime elezioni provinciali, ha riproposto ancora una volta questa sorta di secessione previdenziale, che è fattibile e che è regolata da una legge datata 1965 nella quale si stabilisce il percorso istituzionale che deve essere fatto per arrivare alla creazione di un piano pensionistico provinciale completamente autonomo rispetto a quello federale.

Secondo il rapporto, con una previdenza provinciale i residenti in Alberta risparmierebbero circa 1.400 dollari nei contributi che vengono versati annualmente dai lavoratori, mentre un’uscita della provincia dal Canada Pension Plan (CPP) provocherebbe un aumento nel pagamento dei contributi di tutti i canadesi pari a 175 dollari all’anno. Sulla questione, come è logico che sia, si sta sviluppando un nuovo fronte di frizioni e veleni tra il governo provinciale e quello federale. L’esecutivo di Ottawa, ovviamente, giudica negativamente l’ipotesi dell’indipendenza pensionistica dell’Alberta, anche se da un punto di vista strettamente costituzionale il governo non ha alcuno strumento per impedire l’uscita dell’Alberta dal CPP.

Randy Boissonnault, ministro dell’Impiego, ha avvertito che l’Alberta può andare dritto per la sua strada, ma una volta approvata la svolta, saremo di fronte a “un biglietto di sola andata”.

“Se i residenti in Alberta decideranno di fare un referendum su questo, potranno farlo: ma dobbiamo ricordare che una volta approvata l’uscita, la legge non prevede alcun modo per poter eventualmente rientrare nel Canada Pension Plan”. Insomma, Ottawa alza le mani ma lo fa con una minaccia velata: chi vuole l’autonomia previdenziale può averla, ma i futuri ripensamenti non saranno accettati.

Il governo dell’Alberta, in ogni caso, in questi ultimi giorni ha deciso di abbracciare un atteggiamento prudente. La premier Smith ha confermato che una decisione definitiva su quale strada imboccare non è stata ancora presa. Una frenata che cozza, comunque, con l’entusiasmo del mese scorso, quando la leader dell’United Conservative Party aveva lanciato i suoi strali contro Ottawa, sottolineando come con un piano pensionistico provinciale l’Alberta avrebbe potuto risparmiare 5 miliardi annui di contributi al governo federale.

Prudenza anche dal ministro delle Finanze Nate Horner, che nel fine settimana ha ribadito come la decisione di un eventuale referendum verrà presa solamente dopo una lunga serie di consultazioni con parti sociali e associazioni di categoria.

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