Canada

Al via caucus dei liberali prima del ritorno a Ottawa

TORONTO – Guerra commerciale, crisi abitativa, Budget 2025. Sono questi i principali temi del caucus liberale al via a Edmonton, alla vigilia del riavvio dei lavori parlamentari la prossima settimana a Ottawa. Mark Carney illustrerà ai parlamentari quanto discusso e deciso nel Consiglio dei Ministro straordinario della scorsa settimana a Toronto. Il primo ministro presenterà le linee guida dell’azione di governo per quello che si prospetta come un autunno caldissimo, con le opposizioni pronte a dare battaglia alla House of Commons e con una Manovra, la prima del ministro delle Finanze François-Philippe Champagne, che si preannuncia lacrime e sangue, all’insegna dell’austerity.

In questo contesto estremamente frastagliato e caratterizzato dall’instabilità, a dettare i tempi dell’azione politica dell’esecutivo federale è ovviamente la contrapposizione con l’amministrazione americana sul fronte dei dazi doganali. Dallo scorso aprile il governo le ha provate tutte per cercare di tornare a una sorta di normalità pre tariffe con la Casa Bianca: prima la strategia dei “gomiti alti”, delle contro tariffe ritorsive in risposta ai dazi attivati da Washington, quindi un approccio più distensivo, con l’eliminazione delle contro tariffe per i prodotti non tutelati dagli accordi di libero scambio del Cusma. In entrambi i casi, l’atteggiamento di Donald Trump non è cambiato. Anzi, le maggiori economie mondiali hanno raggiunto un accordo sui dazi con il presidente americano, dalla Cina all’Unione europea, mentre il Canada è sostanzialmente rimasto con il cerino in mano.

E a preoccupare il primo ministro è anche un’altra scadenza, quella del riavvio del negoziato Cusma con Stati Uniti e Messico, riavvio previsto per l’inizio del 2026. Il trattato di libero scambio, fino a questo momento ha fatto a ombrello a circa l’85 per cento dei prodotti canadesi esportati negli Usa ed è chiaro che Trump ha intenzione di dare una sostanziale sforbiciata a questo tipo di esportazioni canadesi.

Di tutto questo, ovviamente, dovrà tenere conto Champagne nella stesura del suo primo Budget. Da un lato il ministro delle Finanze ha già messo in cantiere tagli sostanziali alla spesa pubblica, imponendo a ogni singolo ministro di eliminare il 15 per cento delle spese in ogni dicastero. Per ora il governo ha parlato solamente di tagli mirati alla burocrazia e alle lungaggini dell’amministrazione pubblica, ma il timore è che l’esecutivo sia costretto a intervenire anche sui posti di lavoro e sui programmi governativi.

Oltre a questo, Ottawa è pronta a riallargare i cordoni della borsa per finanziare cinque piani che hanno ampio respiro nazionale: investimenti nelle infrastrutture quindi, che in ogni caso avranno un impatto nei già traballanti conti pubblici federali. Il tutto con l’obiettivo dichiarato dallo stesso Carney di attivare una road map che nei prossimo anni dovrebbe riportare il Paese da una situazione di pensate deficit al pareggio di bilancio. Insomma, un piano ambizioso, che deve però fare i conti con la difficile situazione in cui si trova il Paese.

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