Cucinelli: il Miliardario… Filosofo
TORONTO – Sebbene sia noto come il Re del Cashmere per il suo impero di abbigliamento di “lusso discreto”, il patrimonio netto di 5 miliardi di dollari di Brunello Cucinelli non gli preclude una passione per i libri e la filosofia. L’uomo che sostiene il “capitalismo umanistico” non sposa quest’ultimo semplicemente per costruire il suo marchio. Cucinelli possiede una collezione di oltre 60.000 romanzi e opere, alcune delle quali sono state fotografate per il poster del suo nuovo documentario “Brunello: il visionario garbato” (“Brunello: The Gracious Visionary“).
Diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso), il documentario di due ore racconta l’infanzia di Cucinelli in una famiglia di contadini nei pressi di Perugia. Da un’infanzia semplice senza acqua corrente né elettricità alla fondazione della sua azienda nel 1978, il film ricostruisce diverse scene del passato dello stilista.
All’età di 25 anni, Cucinelli si concentrò su una singola categoria di prodotto per lanciare la sua linea di abbigliamento: maglioni di cashmere colorati. Il suo investimento iniziale nel 1978 gli procurò filato di colore neutro sufficiente per la produzione di 60 maglioni. Incaricò quindi un esperto di tingere i suoi prototipi con colori vivaci. “Cercavo la perfezione per una sola cosa. Ero l’uomo dei maglioni, l’uomo del cashmere”, racconta Cucinelli. “Speravo che fosse moderno e innovativo”.
Da quell’intuizione imprenditoriale, lo stilista italiano originario di una piccola città umbra finì per affermarsi come uno dei magnati della moda più richiesti al mondo. Oggi la sua attività comprende collezioni sia maschili che femminili, spaziando dall’alta sartoria all’abbigliamento casual di lusso, fino alle calzature e agli accessori.
È interessante notare che la visione imprenditoriale di Brunello è guidata dalla “stimabile saggezza” di poeti e filosofi antichi. Oltre a guadagnare denaro, considera la sua azienda e il lavoro della sua vita come un mezzo per elevare l’umanità. Per Cucinelli, il capitalismo umanistico significa migliorare la condizione umana attraverso il business. Per i suoi dipendenti, significa uno stipendio equo, uno spazio per essere creativi e un ambiente di lavoro stimolante.
Intervenendo in una conferenza stampa dopo la première a Cinecittà, il regista Giuseppe Tornatore ha spiegato che il documentario aveva richiesto due anni di riprese e uno di montaggio. Ma ha confessato di non essere del tutto convinto del progetto. “Quando Brunello mi ha contattato per propormi questo progetto, gli ho detto che i documentari su persone che non sono ancora morte non funzionano davvero. Sono troppo indulgenti”.
Cucinelli era d’accordo, ha spiegato Tornatore. “Ma lui non voleva… è diventato come un morto. Ha visto tutto solo quando era finito”. In un mondo saturo di insipidi influencer sui social media e di pessimi attori nella sfera pubblica, un magnate miliardario che apprezza la copia del Fedro di Platone del suo defunto zio – tanto quanto la sua ricchezza accumulata – è una partenza gradita.
“Da quelle pagine è nato il mio desiderio di collezionare, leggere e preservare libri, e la mia passione per loro ha alimentato in me una grande curiosità e sete di conoscenza”. Una sete che i chatbot e Google, con l’intelligenza artificiale, troppo spesso rubano all’esperienza umana.
Brunello: The Gracious Visionary uscirà nelle sale italiane il 9 dicembre e in Nord America a marzo 2026.
Traduzione in Italiano dall’originale in Inglese a cura di Marzio Pelù
Immagini per gentile concessione di Rai Cinema
Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix


