TORONTO – Avevano tagliato i ponti con il padre le figlie di Francesco Neri salito agli onori delle cronache per aver ucciso cinque residenti nel palazzo in cui viveva.
L’uomo, freddato a sua volta dalla polizia nei corridoi di Bellaria Towers a Vaughan, è stato descritto dalla sua famiglia come “un marito e un padre autoritario e violento”. I rapporti con lui, scrivono le figlie in una dichiarazione condivisa dalla Special Investigations Unit (Siu), si erano interrotti cinque anni fa: “Siamo profondamente addolorate per le famiglie delle vittime che sono nei nostri cuori – hanno aggiunto le figlie del 73enne – le nostre più sentite condoglianze. Siamo in assoluto shock e completamente devastate”.
Villi aveva una personalità aggressiva, tipo “Jekyll e Hyde”, hanno detto le figlie, e una storia di abusi domestici sia contro le madri dei suoi figli che le sue figlie. “I suoi figli hanno cercato di avere una qualche forma di relazione con lui nel corso degli anni ma molte offerte di aiuto sono state continuamente declinate, non lasciando loro altra scelta che tagliare i legami per poter preservare la propria salute e il proprio benessere”, si legge nella dichiarazione.
Ad essere sotto la lente d’ingrandimento, adesso, è la vita di Francesco Villi. Ancor prima del suo braccio di ferro con l’amministrazione del condominio in cui viveva, Villi era incorso nello spazio di decenni in una singolare frequenza di incidenti automobilistici e infortuni sul lavoro che lo aveva spossato giocando un ruolo sulla sua depressione, i pensieri suicidi e l’incapacità di lavorare come appaltatore. Gli strani incidenti e la mancanza di prove mediche a sostegno di alcuni di essi, hanno lasciato dubbi sulla sua credibilità, una anche una diagnosi di malattia mentale e sospetti che fosse un simulatore. Fin dal 1973 l’uomo ha lavorato saltuariamente mentre cadute e infortuni alla schiena si alternavano a tamponamenti e scontri al volante della sua auto. Più di una volta Villi ha cercato di far valere senza successo le sue ragioni in tribunale: sosteneva che a causa degli strascichi degli incidenti non poteva lavorare.
Due chirurghi ortopedici che hanno visitato Villi hanno testimoniato di non aver trovato segni oggettivi di danni alla schiena. Un altro medico ha detto di aver visto Villi svolgere compiti che ha detto di non poter fare, un quarto ha detto che c’era “qualche esagerazione”, un quinto ha dichiarato che stava “simulando”.
Nel 1990 l’uomo ha iniziato a soffrire di depressione e nel 1994 uno psichiatra gli aveva diagnosticato vari disturbi e pensieri suicidi.
Da numerosi anni ora era in guerra con altri inquilini di Bellaria e di certo non ne faceva mistero. Villi si lamentava continuamente di vibrazioni, rumore e scarsa circolazione dell’aria che lo privavano del comfort e del sonno.
In una serie di video carichi di rabbia postati su Facebook nei giorni precedenti la sparatoria di domenica, Villi si è scagliato contro l’assemblea di condominio sostenendo che i suoi componenti erano “demoni” e contro il sistema legale, dicendo di essere stato tradito da giudici e avvocati. Fino a quando, armato, ha bussato alle porte degli appartamenti dei suoi ‘nemici’ ed ha premuto il grilletto.
Le vittime – Rita Camilleri, Vittorio Panza, Russell Manock, Helen Manock e Naveed Dada – sono state ricordate ieri sera durante una veglia a lume di candela che si è tenuta all’esterno di Vaughan City Hall.