Il Commento

Usa: la nostra babysitter ormai è discutibile

TORONTO – Il preludio alla “guerra economica” con gli Stati Uniti (Trump) non è ancora finito. Il Discorso sullo Stato dell’Unione di stasera e le conseguenti ricadute potrebbero determinare quanto serio possa essere Trump o quanto risoluto il suo impegno nel mettere gli americani al di sopra di qualsiasi obbligo internazionale – reale, implicito o inteso – che renda la pace e l’armonia alternative praticabili all’etica delle bande di strada.

Do per scontato che il nostro stesso governo, quello a cui il nostro zoppo primo ministro ha abdicato due mesi fa, abbia affinato i suoi strumenti rispetto a ciò che è “fattibile” e ciò che è pronto a implementare per attutire i colpi in una risposta pan-canadese. Temporeggio perché la nostra leadership si è comportata come fanno dei gatti usciti da un sacco.

La loro risposta deve sicuramente aver deliziato i consiglieri di Trump. I più irritati sono i tifosi di uno sport che molto tempo fa si è trasformato in uno spettacolo continuo di “babbuini sulle lame”: probabilmente la figura più iconica dell’hockey, uno sport un tempo glorioso, Wayne Gretzky, è diventato il cattivo nel dibattito sulle tariffe – non tariffe; e non ha detto una parola!

La mia ipotesi è che noi canadesi abbiamo dimenticato a chi deve rendere conto un presidente eletto degli Stati Uniti. Indizio: non siamo noi. Inoltre, la sua tattica ha portato – in breve tempo – alle dimissioni dalla carica del nostro primo ministro; la rivalutazione dei nostri obiettivi, strategie e spese della CBSA; rivalutazione delle nostre politiche di immigrazione; piani di spesa per le forze armate; spese per la distribuzione di Fentanyl e di altri narcotici… Ora dite a Trump che le sue tattiche non danno risultati.

Trump ha ribaltato la diplomazia (processo) e la deferenza (rispetto per ciò che serve per indossare il mantello della responsabilità). Justin Trudeau ha fatto lo stesso quando è salito al potere, ma ha definito il suo processo “sunny ways” (vie soleggiate). In entrambi i casi, il leader è tossico per il “sistema”, tranne per il fatto che il secondo sta uscendo ed il primo sta entrando.

Ciò non ha impedito (né dovrebbe) un conduttore di MSN in un podcast di criticare, senza esclusione di colpi, il presidente per la sua performance con i leader mondiali, che ha ospitato alla Casa Bianca, nell’ultima settimana. Per lui, Trump è ineducabile e subisce l’umiliazione pubblica della sedia/ufficio presidenziale troppo facilmente e troppo spesso. La sua analisi della gravitas presidenziale suggerisce che l’incapacità di Trump di proiettare positività sarà il fardello più grande che gli Stati Uniti potrebbero dover sostenere nei prossimi quattro anni. Noi non entriamo nei suoi calcoli.

A Trump importa? E ciò ha importanza? Lui è il mazziere delle carte e questa è la sua partita. Forse è tutto fatto per preparare il Discorso sullo Stato dell’Unione, quando il mondo scoprirà quale potrebbe essere il vero piano d’azione. In qualche modo, dal nostro Team Canada non è emersa alcuna leadership tangibile o direzione, a parte un raddoppio delle ritorsioni [necessarie].

Traduzione in Italiano – dall’originale in Inglese – a cura di Marzio Pelù

Nella foto in alto: il presidente Donald Trump durante la firma di uno dei suoi ordini presidenziali alla Casa Bianca (foto: Twitter X – @WhiteHouse)

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