Il Covid-19 in Italia

In Italia 1.534 nuovi casi
e 20 ulteriori decessi

ROMA – Risulta in lieve crescita la curva dei nuovi casi di Covid-19 in Italia, ieri 1.534 e con un tasso di positività allo 0,8% sui 192.543 tamponi processati. In aumento anche i decessi, 20 per un totale di 127.808 vittime dall’inizio della pandemia. I ricoveri in terapia intensiva sono scesi di una unità, rispetto a lunedì, toccando quota 157. Anche i ricoveri ordinari risultavano ieri in calo, scendendo a 1.128, ossia 21 in meno di lunedì. La regione con più casi nelle ultime 24 ore è risultata il Veneto con 254 nuovi positivi, seguita dall Lombardia con 241, dalla Sicilia con 174, dal Lazio con 160 e risultati invece dalcon 136. I casi totali salgono così a 4.273.693. I guariti sono 1.287 per un totale dall’inizio della pandemia di 4.105.236. Gli attualmente positivi aumentano di 223 unità e sono 40.649 in tutto, di cui 39.364 in isolamento domiciliare.

“In Italia e in Europa ci sono elementi significativi di ripresa dei contagi per la variante Delta” del coronavirus ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza: “Siamo ancora dentro alla pandemia, guai ad abbassare la guardia”. “La Francia – ha continuato il ministro – sull’obbligo della vaccinazione del personale sanitario” contro il Covid-19 “ha seguito il nostro approccio. Siamo stati il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo”.

“Oggi – ha aggiunto Speranza – abbiamo superato i 58 milioni di dosi” di vaccino anti-Covid “somministrate”. La campagna procede al ritmo di oltre 500mila dosi al giorno, ha evidenziato: 550mila le somministrazioni di lunedì.

“Questo è un momento in cui in tutto il mondo, in Europa in particolare e in alcuni Paesi come Spagna, Portogallo e Uk, vi è una circolazione importante della variante Delta” di Sars-CoV-2 “che si connota per una facilità di diffusione decisamente superiore alla già contagiosa variante inglese. I dati che abbiamo a disposizione ci raccontano di persone con una sola dose di vaccino e che possono sviluppare una patologia in qualche caso anche grave. Questo rende ragione della scelta di completare il ciclo vaccinale più velocemente possibile”, ha spiegato ieri Franco Locatelli, portavoce del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus e presidente del Consiglio superiore di sanità.

“I numeri ci raccontano che questa mattina siamo a 34 milioni di cittadini che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino” anti-Covid “e a 24 milioni di immunizzati del tutto, quindi un 40% abbondante della popolazione. Quello profuso è uno sforzo importante che ha dato priorità a tutte le fasce d’età più esposte al rischio di sviluppare una patologia grave e questo ci ha permesso di ridurre il numero dei decessi e dei ricoveri nelle terapie intensive in maniera importante”, ha aggiunto il portavoce Cts.

“Delle vaccinazioni anti-Covid per la fascia d’età 12-18 anni – ha continuato Locatelli – dico senza esitazioni tutto il bene possibile. I profili di sicurezza del vaccino approvato in questa fascia d’età sono assolutamente rassicuranti. Coprire la fascia 12-18 anni vuol dire innanzitutto assicurare a questi ragazzi che non sviluppino le pur rare sindromi multi-infiammatorie sistemiche e qualche altra rara forma di patologia più grave legata all’infezione da Sars-CoV-2”.

Sempre Locatelli ha spiegato che “vuol dire ridurre la circolazione virale e garantire all’interno delle stesse classi una protezione per i compagni che, in ragione di una qualche condizione di immunodeficienza, non possono beneficiare direttamente dell’effetto protettivo delle vaccinazioni. Bisogna creare le condizioni per garantire la migliore continuità possibile per le scuole” ha concluso.

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