Il Covid-19 in Canada

Coronavirus: caos scuola,
provveditorati nella bufera

TORONTO – È una crescita costante quella dei casi di Covid-19 nelle scuole dell’Ontario dove con gli ultimi 121 contagi di venerdì scorso il totale, dopo circa due settimane di frequenza, è di 619. Ultimo focolaio in ordine di tempo è quello scoppiato alla Elmlea Junior School di Etobicoke – quartiere di Rexdale e Islington – dove sono stati segnalati almeno due casi.

Una situazione, questa, che preoccupa sempre più i genitori che danno sempre meno peso alle parole del ministro dell’Istruzione Stephen Lecce: “Sono pronto a fare qualsiasi cosa e tutto ciò che ci viene richiesto per garantire che le scuole possano rimanere aperte e sicure durante la quarta ondata della pandemia”, ha dichiarato giovedì scorso il ministro a CTV News Ottawa. Non si sono sentiti affatto rassicurati, però, i genitori dei ragazzi che frequentano in presenza e che hanno deciso di passare all’azione.

E così un gruppo di mamme e papà dei ragazzi che frequentano la Earl Beatty Junior and Senior Public School di Toronto, allarmati dalla maggiore trasmissibilità della variante Delta e dalla mancanza di test asintomatici gratuiti disponibili per la maggior parte dei bambini questo autunno, ha istituito il proprio sistema di screening rapido dell’antigene.

In base al programma Earl Beatty Community Access Testing ogni bambino asintomatico che frequenta la scuola potrà fare un test rapido dell’antigene Covid-19 due volte a settimana, simile a quello che è richiesto agli operatori dell’istruzione non vaccinati nella provincia: finora sono oltre 200 gli studenti della Earl Beatty Junior and Senior Public School che partecipano allo screening mentre almeno altre 10 scuole hanno chiesto di entrare a far parte del programma.

I genitori segnalano eventuali casi presunti positivi su un portale web, gestito dal vicino ospedale Michael Garron, che offrirà anche test di conferma con un test PCR completo. “Si tratta di test di sorveglianza, non di test diagnostici, si scoprono le infezioni in anticipo mentre sono ancora asintomatiche – ha detto l’organizzatore Sam Kaufman – insegnare ai volontari e ai genitori come maneggiare i kit non è stato difficile, c’è l’impressione che siano troppo difficili da usare a casa, quando in realtà non lo sono affatto”.

Per far decollare il piano, Kaufman si è rivolto all’iniziativa Stay Safe inizialmente creata per fornire test rapidi alle aziende con 150 dipendenti o meno, come mezzo per mantenerle operative, soprattutto nel periodo precedente alla copertura vaccinale diffusa.

Il ministro dell’istruzione Lecce e il Chief Medical Officer of Health Moore hanno quasi escluso quest’anno un tale programma di sorveglianza per gli alunni delle scuole pubbliche, affermando che potrebbe essere adottato solo nel caso in cui le cose dovessero peggiorare. La provincia finora non ha dichiarato apertamente che l’offerta o il costo siano la ragione per cui non ha implementato test di sorveglianza asintomatici gratuiti per tutti i bambini, ma le sue scorte si esaurirebbero rapidamente se venissero usate per i 1,7-1,8 milioni di studenti che stanno frequentano le lezioni in presenza.

Test, contagi e vaccini. Sono questi al momento i temi oggetto di discussione nel sistema scolastico dell’Ontario. È dei giorni scorsi una polemica, che più che accesa è infuocata, tra il docente della University of Guelph dottor Byram Bridle e il fiduciario scolastico Markus de Domenico.

Un vivace scontro a colpi di tweet che non sembra destinato a finire, come si suol dire, a tarallucci e vino. Fattore scatenante della controversia è la richiesta avanzata dal Toronto Catholic District school Board (TCDSB) al governo dell’Ontario di rendere obbligatorie le vaccinazioni contro il Covid-19 per i ragazzi over 12 nelle scuole della provincia. “Secondo la mia opinione professionale di esperto vaccinologo, il profilo rischio-beneficio dei vaccini SARS-CoV-2 attualmente in uso in Canada non supporta l’immunizzazione obbligatoria degli studenti – scrive Bridle in una lettera inviata al chair Joseph Marino e a tutti i fiduciari scolastici del provveditorato cattolico di Toronto – vi esorto a considerare attentamente l’intero spettro della scienza. I dati sono in continua evoluzione con notevoli preoccupazioni sorte nelle ultime due settimane, comprese le ammissioni pubbliche che la durata dell’immunità conferita dai vaccini Covid-19 è incredibilmente breve, rendendo quindi necessarie terze dosi (e forse altre ancora in futuro) che esacerbano i problemi di sicurezza che esistevano quando il regime prevedeva solo due dosi”.

Bridle, attivo sostenitore della “non sicurezza” dei vaccini contro il Covid-19, menziona anche tre studi indipendenti che suggeriscono come “gli eventi avversi associati al vaccino sono più gravi nelle persone che hanno acquisito naturalmente l’immunità da una precedente infezione” e che “nei maschi di età compresa tra 12 e 15 anni, il rischio di complicanze cardiache dovute alla vaccinazione è 6 volte maggiore del rischio di ospedalizzazione da Covid-19”.

Ma la sua missiva, fin qui molto pacata, nella seconda parte è al vetriolo quando si rivolge direttamente al trustee de Domenico per aver postato “Per un caso di pulci potenzialmente fatale la consulto, altrimenti si astenga da questo tipo di post sul Covid. Grazie”.

Un post che ha mandato su tutte le furie il medico che chiarisce di non essere un veterinario: “Non ho nemmeno una laurea in medicina veterinaria. Sono un professore che ha conseguito un dottorato di ricerca, ha completato un’ampia formazione post-dottorato e sono stato membro di facoltà per un decennio. Ho rifiutato un posto di facoltà alla facoltà di medicina di Ottawa per poter accettare quello che attualmente ricopro all’Università di Guelph – scrive Bridle – questo mi permette di condurre tutte le stesse ricerche che ho fatto quando ero alla McMaster University (che ha una scuola di medicina) ma mi permette anche di condurre una ricerca traslazionale unica in Canada, come è stato riconosciuto attraverso un prestigioso premio di ricerca dal Terry Foxx Research Institute e molti altri premi e riconoscimenti. Una delle mie tecnologie vaccinali è avanzata in quattro studi clinici sull’uomo. Sono un leader riconosciuto a livello internazionale nel campo della vaccinologia Covid-19”.

Il docente della Guelph University, zittisce in sostanza de Domenico al quale fa presente di aver “commesso una diffamazione pubblicamente” e di aver mostrate “una incredibile mancanza di rispetto”. “Per curiosità, quali credenziali possiede che la renderebbero un esperto nel determinare l’opportunità di imporre vaccini Covid-19? Sembra che lei stia tentando di censurare i membri del suo distretto scolastico dalla pubblicazione di informazioni legittime sui vaccini Covid-19; perché? – conclude il ricercatore – nel frattempo, esigo le sue scuse immediate per la sua dichiarazione contro di me o prenderò in considerazione l’idea di farle causa per diffamazione. Le scuse dovrebbero essere indirizzate a me per iscritto e in questo post sui social media…”.
Una dichiarazione di guerra, la sua, a tutti gli effetti.

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