Un oceano di gioventù: il Papa come una rockstar
ROMA – Come una rockstar, più di una rockstar: Papa Leone XIV riesce a radunare una folla oceanica di giovani provenienti da ogni angolo del pianeta e, senza se e senza ma (a differenza di altri… “colleghi” del rock), prende una posizione chiara, netta: “Siamo con tutti i giovani che soffrono per il male causato loro da altri essere umani: siamo con i giovani di Gaza, siamo con i giovani ucraini”.
Domenica a Tor Vergata, periferia di Roma, si è riversato un milione – o forse più – di ragazzi e ragazze di tutto il mondo, pronti ad ascoltare le parole del Pontefice in occasione del Giubileo dei Giovani.
Dal grande palco rosso, bianco e oro, posto nel cuore di Tor Vergata, Papa Leone XIV ha celebrato la Messa e poi ha recitato l’Angelus, concedendo la benedizione finale, a sugello di quello che si preannunciava – e così si è confermato – come l’evento più imponente e partecipato dell’intero Anno Santo.
Come già alla Veglia del giorno precedente, il Pontefice ha ricordato María e Pascale, “le due giovani pellegrine, una spagnola e l’altra egiziana, che ci hanno lasciato in questi giorni”. María Cobo, 20 anni, è morta il 30 luglio prima di giungere a Roma per motivi di salute. L’egiziana Pascale Rafic, 18 anni, è deceduta, invece, nel weekend per un attacco cardiaco mentre viaggiava in autobus verso la parrocchia di Artena, in provincia di Roma, dove si trovava per le celebrazioni del Giubileo dei Giovani. Leone ha ricevuto in Vaticano i compagni di viaggio della ragazza, quale segno di consolazione e incoraggiamento, come riferisce Vatican News.
E sono parole di consolazione e di incoraggiamento anche quelle che il Papa rivolge, parlando in Inglese, a tutti i ragazzi che vivono sotto il rumore delle bombe, nella paura degli attacchi, nell’orrore della perdita e della distruzione. “In comunione con Cristo, nostra pace e speranza per il mondo, siamo più che mai vicini ai giovani che soffrono i mali più gravi, causati da altri esseri umani. Siamo con i giovani di Gaza, siamo con i giovani dell’Ucraina, con quelli di ogni terra insanguinata dalla guerra”.
Il Papa, puntando dritto ai giovani che compongono l’oceano umano davanti ai suoi occhi, pronuncia un chiaro appello: “Miei giovani fratelli e sorelle, voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo. Sì, con Cristo è possibile! Con il suo amore, con il suo perdono, con la forza del suo Spirito”, afferma il Pontefice, questa volta parlando in Spagnolo. “Cari amici, uniti a Gesù come i tralci alla vite, porterete molto frutto; sarete sale della terra, luce del mondo; sarete semi di speranza ovunque: in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nello sport. Semi di speranza con Cristo, la nostra speranza”. E conclude questo atto finale del Giubileo dando appuntamento a tutti a Seoul, nella Corea del Sud, per la Gmg (Giornata Mondiale della Gioventù) che si terrà dal 3 all’8 agosto del 2027.
Il coro di “Papa Leone, Papa Leone” accompagna i saluti finali, con le mani del Successore di Pietro che stringono quelle di alcuni presenti e poi si muovono per dire “ciao” alla folla variegata che ha atteso questo momento per tutto un giorno e tutta una notte. Poi sale sulla papamobile per un ultimo giro prima della partenza in elicottero. Proprio come una rockstar. Quelle vere.
Nella foto all’inizio dell’articolo, il Papa a bordo dell’elicottero sopra Tor Vergata (Vatican Media); nella foto sopra, i giovani a Tor Vergata (Twitter X – @DPCgov)
More Articles by the Same Author:
- Qualità dell’aria fra le peggiori al mondo a Toronto e Montreal
- Il Consolato di Toronto assume 3 impiegati a tempo indeterminato: ecco il bando
- Incendi: nuove evacuazioni in Manitoba e British Columbia
- Incendi, case distrutte e famiglie evacuate: emergenza senza fine
- Incendi, class action contro il governo del Saskatchewan