TORONTO – Mentre le opposizioni mostrano i muscoli in vista del riavvio dei lavori parlamentari, il Partito Liberale deve fare i conti ancora una volta con le tensioni interne. La domanda che continua a rimbalzare tra i parlamentari riuniti nel caucus di Nanaimo, in British Columbia, è sempre la stessa: Justin Trudeau ha ancora la fiducia del partito per poter guidare i liberali alle prossime elezioni, oppure è giunto il momento per il passo indietro e il passaggio di testimone, dopo quasi nove anni di governo?
Il primo ministro, dal canto suo, ha fatto di tutto per mischiare le carte ed evitare le critiche interne utilizzando un nome di prestigio, quello di Mark Carney.
Lunedì l’ex governatore di Bank of Canada è stato nominato consigliere speciale di Trudeau per le politiche economiche – che non è una carica istituzionale, ma farà riferimento direttamente al partito – mentre ieri lo stesso Carney ha presentato una lunga serie di proposte politiche per rilanciare l’economia del Paese puntando sulla crescita sostenibile.
Ma nonostante questo, dietro le quinte i deputati liberali continuano a domandarsi se non sia arrivato davvero il momento di dotarsi di una nuova leadership, con i sondaggi che danno il partito in caduta libera, lontano anni luce dai conservatori di Pierre Poilievre e pericolosamente vicini all’Ndp nelle intenzioni di voto.
Su questo fronte ha suscitato un certo scalpore l’intervista rilasciata alla Cbc dalla deputata Alexandra Mendes, durante la quale l’esponete liberale ha ammesso come vi siano delle difficoltà da parte della dirigenza grit nel giustificare di fronte all’elettorato la decisione di mantenere Trudeau al timone del partito. Mendes ha detto che molti dei suoi elettori sono “irremovibili sul fatto che il primo ministro debba andarsene”.
La deputata ha poi aggiunto che sebbene personalmente le stia bene che Trudeau rimanga come primo ministro, “i miei elettori non vedono il signor Trudeau come la persona che dovrebbe guidare il partito alle prossime elezioni, e questo è il messaggio che porto”.
“Non l’ho sentito da due, tre persone. L’ho sentito da dozzine e dozzine di persone”, ha detto Mendes. “Non è più il leader giusto”.
Mendes è uno dei pochi parlamentari liberali che sono stati disposti a parlare pubblicamente della continua insoddisfazione nei confronti di Trudeau e della sua leadership. Alla domanda se pensa che il partito starebbe meglio con Trudeau andato, Mendes ha detto: “Sì, questo è ciò che dedurrei da tutti i commenti che ho sentito. “Non è il Partito Liberale di per sé la causa. È davvero la leadership del primo ministro.
Nel frattempo i neodemocratici si stanno riunendo a Montreal per una sessione strategica prima del ritorno del Parlamento la prossima settimana e dopo aver preso le distanze dal primo ministro, il cui nome un deputato dell’NDP ha descritto come “radioattivo”. La scorsa settimana, l’Ndp ha affossato il patto di legislatura con i liberali. “A mio avviso, è giusto dire che i miei genitori sono abbastanza felici di aver messo una certa distanza tra noi e i liberali. Il nome di Justin Trudeau è molto radioattivo nelle mie parti del paese”, ha detto il deputato dell’NDP Alistair MacGregor, che rappresenta la circoscrizione dell’isola di Vancouver di Cowichan-Malahat-Langford.
Anche deputato Don Davies, afferma di aver parlato con elettori che comprendono “completamente” la decisione del partito di ritirarsi dall’accordo.
“Il governo Trudeau non porterà loro il cambiamento di cui hanno bisogno e nemmeno Pierre Poilievre”, ha detto ai giornalisti a Montreal.
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