Canada

Stabile il livello di approvazione per Mark Carney nonostante il fiasco dei dazi

TORONTO – Nonostante il fiasco dei dazi americani, il livello di approvazione per il primo ministro e per la sua azione di governo rimane alta in Canada. È quanto si evince dall’istantanea scattata da Abacus Data che conferma come in qualche modo la luna di miele tra Mark Carney e l’elettorato canadese non sia ancora finita. Certo, conferma l’agenzia demoscopica, si assiste a una lieve flessione, probabilmente provocata dall’onda lunga della guerra commerciale con gli Stati Uniti, ma il numero di canadesi che sostengono l’esecutivo liberale è ancora nettamente maggiore rispetto a quello di coloro che lo bocciano senza se e senza ma.

Stando al sondaggio Abacus, il 50 per cento dei canadesi considera positiva l’azione di governo, due punti percentuali in meno rispetto all’ultima rilevazione e comunque la più bassa rispetto al picco di marzo. Per quanto riguarda l’impressione singola del primo ministro, il 48 per cento del campione promuove Carney, mentre il 19 per cento la valuta negativamente. Anche in questo caso, per il livello di approvazione siamo sotto di un paio di punti percentuali.

Dall’altra parte della barricata il leader dell’opposizione Pierre Poilievre, che il 18 agosto sarà impegna nell’elezione suppletiva in Alberta per cercare di tornare in parlamento, siamo di fronte a percentuali pressoché identiche tra favorevoli e contrari: il 42 per cento del campione ha un’impressione positiva del leader conservatore contro il 41 per cento degli intervistati che invece ha un’idea negativa.

Anche sui rapporti di forza tra i partiti si conferma uno scenario simile a quanto emerso nell’ultima tornata elettorale, con liberali e conservatori divisi da una manciata di voti e con i neodemocratici ormai condannati all’irrilevanza politica o giù di lì.

Se si votasse i questo momento, infatti, il Partito Liberale si assesterebbe a quota 43 per cento, mentre i conservatori si assicurerebbero il 40 per cento delle preferenze. L’Ndp, ancora senza leader dopo le dimissioni post elezioni di Jagmeet Singh, non andrebbero oltre l’8 per cento dei voti, mentre rimango stabili Bloc Quebecois al 6 per cento e Verdi al 4 per cento.

Su base regionale, rimane molto forte il consenso liberale in Ontario, in Quebec e nelle province atlantiche. Nella prima provincia, i liberali si attestano al 48 per cento contro il 41 per cento del partito di Poilievre. Nella provincia francofona il distacco è più netto, con i grit al 44 per cento contro il 23 per cento dei conservatori, mentre in Nova Scotia, New Brunswick e Prince Edward Island il partito di Carney si attesta al 50 per cento, 8 punti percentuali in più dei tory.

Lo scenario cambia completamente se ci spostiamo verso Ovest. In Saskatchewan e Manitoba sono i conservatori a godere ancora di un larghissimo vantaggio con il 52 per cento delle intenzioni di voto, con i liberali fermi al 34 per cento. In Alberta questo distacco aumenta ancora, con Poilievre al 62 per cento contro un livello di consenso per i liberali che non va oltre il 27 per cento. In British Columbia, infine, la partita è apertissima, come sempre peraltro: liberali e conservatori sono appaiati al 39 per cento delle intenzioni di voto, con l’Ndp che dà segni di vita e raggiunge il 16 per cento. Ma a dare un senso alla spaccatura trasversale che registra nell’elettorato canadese sono le intenzioni di voto suddivise per fasce d’età. Quella dai 18 ai 29 anni è favorevole ai liberali (47 per cento contro 31 per cento), quella dai 30 ai 44 anni ai conservatori (45 per cento contro 38 per cento), quella dai 45 ai 59 anni ancora ai tory (44 per cento contro 42 per cento) e quella sopra i 60 anni premia i liberali, 44 per cento contro 38 per cento.

In alto, da sinistra: Mark Carney e Pierre Poilievre

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