PARIGI – Sopra di lui, solo Roger Federer e Rafael Nadal, ma da ieri in vantaggio di un solo torneo del circuito Slam. 20 quelli vinti dallo svizzero e dallo spagnolo, 19 quelli conquistati dal serbo Novak Djokovic (nella foto). Ed il 34 enne Nole – oggi ancor più numero uno al mondo che mai – ha ieri posto il secondo sigillo della sua carriera sui prestigiosi campi in terra rossa del Roland Garros, dopo il primo Open di Francia che aveva fatto suo nel 2016.
Djokovic – che parla una decina di lingue, tra cui l’italiano, e che è amico persino dello showman siciliano Rosario Fiorello – ha ieri battuto il giovane 22enne greco, Stefanos Tsitsipas, in 5 set, dopo aver perduto i primi due. Il giocatore ellenico aveva infatti conquistato le prime due frazioni di gioco per 7-6, 6-2 – facendo a tratti vedere un tennis di grandissimo livello – per poi perÒ cedere il passo alla distanza contro il campione serbo.
Djoker (uno dei suoi tanti soprannomi, ndr) vinceva infatti i tre set successivi per 6-3, 6-2, 6-4 in quattro ore ed 11 minuti complessivi di una finale entusiasmante, che ha estasiato il pubblico francese ed internazionale presente sugli spalti in numero minore rispetto alla capienza dello stadio, in ossequio alle misure anti-Covid. E da due set al passivo, Nole era partito anche contro l’azzurro Lorenzo Musetti, che – nel terzo turno di questo Slam parigino – aveva conquistato le prime due frazioni di gioco, entrambe al tie-break, per poi cedere allo strapotere del serbo.
In una semifinale epica, lo stesso Djokovic aveva sconfitto venerdi scorso quel Rafa Nadal che il Roland Garros ha vinto addirittura per 13 volte. E con Federer oramai alla soglia dei 40 anni e sull’inevitabile viale del tramonto – nonostante una carriera strepitosa – Djokovic continuerà ancora a dettar legge forse per i prossimi due o tre anni, respingendo gli assalti delle nuove leve, che si chiamino appunto Tsitsipas, Musetti o Sinner.
