Canada

Singh, nessuno mai peggio di lui: per l’NDP il peggior risultato di sempre

TORONTO – Nessuno mai peggio di lui. In queste elezioni federali canadesi, uno dei record da registrare è sicuramente quello, negativo, di Jagmeet Singh, leader dell’NDP, che è riuscito nell’impresa di portare il suo partito al minimo risultato storico: 7 seggi. Soltanto nel lontano 1993, con la leadership di Audrey McLaughlin, il partito “di Sinistra” (nel senso canadese del termine, per questo fra virgolette: nda) era andato così male, con 9 seggi. Ebbene, Singh è riuscito a far peggio, scendendo addirittura a 7. E fra quei sette neppure c’è lui, non solo battuto nel suo stesso collegio elettorale (quello di Burnaby Central in British Columbia), ma addirittura arrivato terzo, dietro all’outsider liberale Wade Chang ed al candidato conservatore James Yan.

Inevitabile, dunque, il passo indietro, dopo una sconfitta così schiacciante.

“È stato un onore per me rappresentare la gente di Burnaby Central. Hanno scelto un nuovo membro del Parlamento, auguro loro il meglio”, ha detto Singh. “Ovviamente so che questa è una serata deludente per i Neo-Democratici. Avevamo ottimi candidati che hanno perso. So quanto avete lavorato duramente. Ho trascorso del tempo con voi, siete straordinari” ha detto ai suoi, per poi annunciare che si dimetterà una volta scelto un leader ad interim.

La sconfitta è arrivata nel cuore di una notte difficile per i Nuovi Democratici, che hanno visto il loro sostegno crollare in tutto il Paese, con gli elettori divisi tra Liberali e Conservatori in seguito alle dimissioni di Justin Trudeau ed alle continue minacce del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, fra i dazi e la “promesse” di fare del Canada il 51esimo Stato Usa. Ma il risultato dell’NDP non sarebbe, probabilmente, stato differente se al posto del “Donald” ci fosse stato un altro presidente. Il partito, infatti, ha pagato a caro prezzo la scelta dl suo leader di sostenere a lungo il governo di Justin Trudeau, che, lo ricordiamo, era di minoranza e veniva tenuto in vita proprio dall’NDP e da Singh. Il doppio gioco del leader neo-democratico, che da una parte attaccava Trudeau e dall’altra lo appoggiava, non è sfuggito all’elettorato che alle urne ha punito duramente sia Singh che il suo partito. L’incoerenza non paga.

L’ormai ex leader dell’NDP era stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 2019 in un’elezione suppletiva nell’ex circoscrizione di Burnaby Sud. Nelle elezioni del 2021, era stato rieletto con oltre il 40% dei voti, rispetto a poco più del 30% del secondo classificato dei Liberali. La circoscrizione è stata poi ridisegnata e rinominata Burnaby Central per le elezioni del 2025, con modifiche che hanno reso il distretto leggermente meno favorevole ai Nuovi Democratici, ma il risultato delle ultime elezioni è talmente negativo per Singh che probabilmente le modifiche del distretto non hanno giocato alcun ruolo nella sconfitta.

Del resto, il partito di Singh è uscito sconfitto in tutto il Paese, a dirlo sono i numeri: prima delle elezioni, l’NDP deteneva 24 seggi, oggi è a 7 (stando ai conteggi non ancora finiti mentre scriviamo) e ha pure perso ufficialmente il suo status di partito, non essendo riuscito ad ottenere il minimo di 12 seggi necessari. E pensare che nel 2011 quei seggi, sotto la guida del compianto Jack Layton e qualche anno prima dell’arrivo di Singh, erano oltre 100. Nel giro di poco più di un decennio, il partito è praticamente sparito. Chissà cosa direbbe Layton, oggi, se fosse ancora vivo e potesse vedere la foto postata su Twitter da Singh pochi giorni prima del voto…

In alto: la foto pubblicata da Jagmeet Singh pochi giorni prima del voto, che lo ritrae sulla bicicletta dello storico leader dell’NDP Jack Layton, nell’omonima piazzetta di Toronto (foto: Twitter X – @theJagmeetSingh)

More Articles by the Same Author: