TORONTO – Piani di sicurezza, linee guida, uso della mascherina, distanza fisica, limite massimo degli studenti, obbligo vaccinale per il personale scolastico. Sono alcuni dei temi sui quali, a poco più di sei settimane dall’inizio dell’anno scolastico, la nostra classe politica dovrebbe intavolare un dibattito serio e costruttivo, recependo le indicazioni e gli input della comunità scientifica provinciale, delle associazioni di categoria e dei provveditorati scolastici.
In Ontario, almeno per ora, tutto tace. Il ministro della Pubblica Istruzione Stephen Lecce esce dal suo isolamento dorato una volta alla settimana, ripetendo il suo mantra “stiamo preparando il piano di rientro, lo presenteremo a breve”. L’Ndp, opposizione ufficiale a Queen’s Park, dopo aver presentato le sue proposte lo scorso mese, non è più tornato sull’argomento. Sugli School Board meglio stendere un velo pietoso: quello cattolico di Toronto, dopo aver vinto la sua battaglia per far sventolare le bandiere del Pride nelle scuole – vuote – della città per tutto giugno, si è rifugiato in un assordante silenzio.
Negli ultimi giorni la comunità scientifica provinciale ha cercato di fornire alcuni elementi, anche se per ora si rimane molto sul vago. Prima, a inizio settimana, la cabina di regia scientifica ha presentato un documento nel quale si ripete l’importanza dell’insegnamento in classe rispetto alla didattica a distanza e dove si consiglia al governo di allentare alcune restrizioni nelle scuole delle aree provinciali dove il tasso ci contagio di Covid-19 è basso. Martedì è stata la volta di Kieran Moore, Chief Medical Officer of Health dell’Ontario, che all’interno di un discorso molto generico si è mostrato più cauto sulla necessità di mantenere la mascherina nelle classi.
In ogni caso si tratta di prese di posizioni molto generali, che ovviamente vista l’assenza dell’input politico – dove alla fine verranno prese le decisioni definitive – non hanno peso specifico. Nel mezzo di questa situazione di indifferenza istituzionale si trovano le famiglie degli studenti. Prendendo sempre come riferimento il Toronto Catholic District School Board, i genitori degli alunni lo scorso 16 luglio hanno ricevuto una email nella quale veniva chiesto di decidere sulle due opzioni per il prossimo anno scolastico: insegnamento in classe o didattica a distanza. La decisione deve essere fatta entro il 6 agosto e, a differenza dello scorso anno, non è previsto durante l’anno accademico il passaggio da un sistema di apprendimento all’altro.
C’è evidentemente un cortocircuito in tutto questo: le famiglie dovrebbero prendere una decisione sulla base del piano di rientro a scuola del governo, quindi sulle misure di sicurezza e i protocolli anti-Covid. Il problema è che il governo questo piano non lo ha ancora presentato. Ci troviamo davanti a un paradosso, uno dei tanti, provocati dall’immobilismo del governo provinciale durante la pandemia. La mancanza di organizzazione potrebbe portare alla stessa soluzione dello scorso anno: tutti gli studenti a casa, scuole chiuse e didattica a distanza praticamente obbligatoria.
More Articles by the Same Author:
- Con “The Donald” siamo vaccinati, la vera minaccia è Elon Musk
- I meriti di Trump e i demeriti di Kamala, il senso di insicurezza ha deciso la sfida
- Taglio alle emissioni, Danielle Smith contro il governo: provocherà declino
- Nuove case, pressing di Pierre Poilievre sui premier: via le tasse provinciali
- Danielle Smith, fiducia dal partito e avanti con leggi sui transgender