Canada

Rompicapo dazi, tutto pronto per il meeting Carney-Trump

TORONTO – Ricucire un rapporto ormai deteriorato e porre fine alla guerra commerciale. È questo l’obiettivo di Mark Carney, che domani sarà a Washington alla Casa Bianca per il suo primo incontro con il presidente americano Donald Trump. Un meeting, quello annunciato dallo stesso ministro, che servirà ai due leader per capire se si potrà tornare a breve a una normalizzazione dei rapporti o se, al contrario, il braccio di ferro commerciali sarà destinato a durare ancora a lungo. Ovviamente il governo canadese vorrebbe trovare un terreno comune con l’inquilino della Casa Bianca.

Il primo ministro, come dichiarato durante la campagna elettorale, ha sottolineato come la guerra commerciale stia penalizzando sia il Canada che gli Stati Uniti, mettendo peraltro a repentaglio relazioni e rapporti solidissimi fino a pochi mesi fa. In questo momento il nostro Paese è soggetto a dazi doganali americani del 25 per cento riconducili alla crisi del fentanyl e alla sicurezza ai confini, ai quali si vanno a sommare tariffe doganali del 25 per cento sull’acciaio e sull’alluminio. Pende poi come una spada di Damocle il rischio dazi per il settore auto e per quello della componentistica automobilistica, anche se su quest’ultima lo stesso Trump ha fatto un mezzo passo indietro, annunciando che ci sarà un’esenzione temporanea per quanto viene regolamentato dal trattato di libero scambio Cusma.

Resta il fatto, comunque, che prima di trovare un accordo commerciale si dovrà in qualche modo riallacciare i rapporti tra i due Paesi, ai minimi termini nell’ultima fase dell’era Trudeau. Carney, nell’annunciare la sua visita alla Casa Bianca, ha anche lanciato un appello ai leader degli altri partiti politici canadesi, chiedendo di mettere da parte gli steccati ideologici e le divisioni partitiche per un atteggiamento bipartisan. E in questo clima di bon-ton istituzionale, lo stesso primo ministro ha annunciato che indirà le elezioni suppletive il prima possibile per permettere al leader conservatore Pierre Poilievre di entrare in parlamento. Il clima distensivo, però, non è accompagnato da un ottimismo ingiustificato verso una potenziale risoluzione immediata dei problemi tra il Canada e gli States. “Non aspettatevi una fumata bianca – ha dichiarato Carney – quella ci sarà a breve in un’altra parte del mondo”, facendo riferimento al Conclave che inizierà mercoledì. Certo è che le aspettative sono tante, in vista di un incontro che potrebbe quanto meno interrompere l’escalation della tensione con gli Usa.

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