TORONTO – L’ultima settimana di campagna elettorale si apre sulla falsariga del filo conduttore che sta caratterizzando il percorso che ci porta alle urne: quello dell’incertezza. Gli ultimi sondaggi, realizzati dopo i due dibattiti televisivi dell’8 e del 9 settembre tra i leader dei partiti, hanno confermato come i liberali e i conservatori siano impegnati in un serrato testa a testa, con i neodemocratici in difficoltà e con una impressionante crescita a destra del People’s Party di Maxime Bernier.
Rispetto alla scorsa settimana, il Partito Conservatore ha segnato il passo, scendendo di qualche punto percentuale sia a livello nazionale che in numerosi distretti a livello locale. Nelle ultime due indagini demoscopiche realizzate l’11 settembre, il partito guidato da Erin O’Toole si è visto scavalcare dai liberali.
Secondo la Nanos i tory si trovano al 30,7 per cento, mentre per Mainstreet i conservatori, per la prima volta da due settimane a questa parte, scendono sotto il 30 per cento, stabilizzandosi al 29,4 per cento. Si tratta di una battuta d’arresto inaspettata, tenendo conto che nelle ultime due settimane i conservatori non solo avevano scavalcato i liberali nelle intenzioni di voto, ma con il passare dei giorni avevano incrementato nettamente il vantaggio, andando addirittura a puntare alla conquista della maggioranza assoluta dei seggi.
Sorride quindi Justin Trudeau, che dopo le difficoltà vissute in campagna elettorale torna prepotentemente in corsa per la vittoria finale. Secondo la Nanos il Partito Liberale si trova in questo momento al 34 per cento, mentre per Mainstreet i grit raggiungono quota 33,4 per cento. Ora il margine di vantaggio del partito del primo ministro uscente va dal 3,6 al 4 per cento: resta da capire come questo cambiamento dei rapporti di forza potrebbe tradursi in termini di distribuzione dei seggi. In ogni caso con questi numeri né i liberali né i conservatori avrebbero possibilità a raggiungere la maggioranza assoluta alla House of Commons: se le percentuali non dovessero cambiare, anche dopo il 20 settembre ci ritroveremmo con un governo di minoranza, privo quindi della maggioranza assoluta in parlamento.
In questa fase a favorire i liberali contribuiscono due fattori. Da un lato l’Ndp di Jagmeet Singh non riescono a decollare: i neodemocratici restano abbondantemente sotto il 20 per cento, dopo i segnali positivi registrati negli ultimi dieci giorni con l’erosione dei voti nell’elettorato liberale scontento della leadership di Trudeau. Dall’altro il People’s Party continua a crescere, limitando di molto la possibilità dei conservatori di aumentare il consenso nell’elettorato di destra.
In definitiva, la sfida tra Trudeau e O’Toole potrebbe essere decisa in parte da fattori esterni, un dato questo che viene anche confermato dalla proiezioni dei seggi realizzata da 338canada.com, che ci fornisce un’istantanea precisa degli attuali rapporti di forza tra i principali partiti in corsa alle elezioni del 20 settembre. In questo momento i liberali sono in netto vantaggio in 142 circoscrizioni elettorali, con una possibilità di crescita di altri 45 seggi. I conservatori, invece, si trovano in testa in 134 collegi, con la possibilità concreta di poterne vincere altri 39. In definitiva, a pochi giorni dal voto ci troviamo ancora al punto di partenza: O’Toole e Trudeau hanno entrambi la possibilità di vincere: a decidere l’esito finale sarà davvero una manciata di voti.
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