TORONTO – È quasi impossibile scrivere di italiani che hanno fatto del Canada la loro nuova casa senza parlare della loro fede cattolica. Una percentuale molto alta di italiani è cattolico romana. Molti ordini religiosi hanno inviato i propri membri a stabilirsi in Canada per servire la comunità italiana. Risale al 1856 quando il cappuccino padre Luigi Lavagna è venuto in Canada ed è stato nominato parroco della St. Mary’s Parish in Bathurst Street, a Toronto.
Altri ordini religiosi giunti in Canada sono i francescani di Toronto, arrivati dagli Stati Uniti in una “base della missione”, come un prete usava dire dei luoghi di missione in cui era stato inviato anche in Pakistan! I Serviti andarono a Montreal e gli Oblati furono inviati sulla costa occidentale. Dopo la seconda guerra mondiale, la missione dei sacerdoti Scalabriniani era quella di lavorare con l’enorme ondata di immigrati, sia in Canada che negli Stati Uniti. Di conseguenza, negli anni ’60, in molte parrocchie cattoliche del Canada, gli italiani potevano partecipare alla messa nella loro lingua.
La parrocchia è diventata una parte importante della vita familiare e comunitaria. A Montreal, nel 1970, otto parrocchie offrivano servizi in italiano. A Toronto, a quel tempo, c’erano 65 sacerdoti di lingua italiana e un terzo di tutti i cattolici della diocesi erano di origine italiana. La parrocchia era il luogo in cui la famiglia veniva a battezzare un bambino, dove i bambini ricevevano la prima comunione, la cresima, poi si sposavano e dove venivano celebrati i funerali di amici e parenti. La Chiesa Madre era la linfa vitale della comunità. La Chiesa era lì per bisogni spirituali, ma anche per fornire aiuto nelle questioni relative all’immigrazione, all’istruzione e alle attività ricreative.
La Chiesa ha permesso di mantenere vivi i costumi, la lingua e la cultura italiana. I giorni per onorare Cristo, la Beata Madre, i Santi e i Sacramenti erano motivi per festeggiare e fare banchetti. Chi non ha visto dal vivo la Via Crucis del Venerdì Santo dalla chiesa di San Francesco e da tante altre chiese. O la presenza continua del presepe di Natale, il presepio, nelle città canadesi. I banchetti nuziali venivano spesso tenuti nelle sale della Chiesa dopo la cerimonia religiosa.
La religione era fortemente collegata agli eventi sociali. La “festa” (party) era un ottimo modo per riunire assieme la famiglia, i parenti e gli amici (paesani). Gli italiani hanno forti tradizioni familiari, molte delle quali fondate sulla loro fede. Le generazioni passate avevano più figli e le coppie avevano meno probabilità di divorziare o separarsi. La maggior parte di loro era contraria all’aborto, al divorzio e all’uso della contraccezione. Credevano nel prendersi cura dei loro vecchi genitori nelle loro case.
È difficile immaginare come avrebbero reagito gli italiani venuti in Canada negli anni ’50 e ’60 a ciò che sta accadendo attualmente al Toronto Catholic District School Board e nel resto del Canada. Troverebbero difficile credere che i loro figli e nipoti abbiano contribuito a legalizzare il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, l’eutanasia, l’identità di genere, l’aborto e a far pressioni per far entrare l’omosessualità e i programmi sessuali radicali nelle nostre scuole pubbliche e cattoliche. Vale la pena notare che la maggior parte delle famiglie italiane ha mandato i propri figli alle scuole cattoliche. Questo aumento e il sostegno per scuole “separate” ha portato al gran numero di scuole che abbiamo oggi.
L’Arcidiocesi di Toronto si è impegnata a riconoscere i contributi dati dagli italiani alla comunità cattolica. P. De Angelis, una figura di peso nella comunità italiana, è stato nominato membro del Minister’s Advisory Committee for Education in Ontario. È stato ordinato vescovo ausiliare di Toronto nel 1992 e nel 2002 è stato nominato vescovo di Peterborough. Si è ritirato nel 2014.
Inoltre, a Toronto è stata avviata la Commissione Pastorale Italiana per servire la comu- nità italiana. Possiamo solo immaginare la totale delusione e tristezza del vescovo De Angelis e di altri data l’aggressiva secolarizzazione delle scuole cattoliche dell’Ontario di oggi.
Tuttavia, purtroppo, ora alcuni fiduciari scolastici del TCDSB, come Maria Rizzo, Markus de Domenico, Norm Di Pasquale e Ida Lipreti, stanno lavorando duramente per distruggere quello per cui in passato i leader della Chiesa e i laici cattolici hanno combattuto così duramente per ottenerlo nelle parrocchie e nelle scuole. Non hanno il senso della storia e delle proprie radici. Non c’è apprezzamento per il patrimonio che hanno ereditato.
La loro mancanza di rispetto, ignoranza e il culto della correttezza politica li hanno resi ciechi di fronte alla necessità di preservare, proteggere o vivere la fede liberamente offerta loro dai loro antenati su un piatto d’argento. Che si vergognino. Che si vergognino due volte! Che ingrati completi. Sono motivo di imbarazzo per la comunità di fede italiana, per i loro nonni e bisnonni e per il resto del Canada.
Lou Iacobelli