TORONTO – Quasi all’improvviso, i DAZI sono stati messi da parte. Grazie a Donald Trump, l’urgenza della minaccia imminente è stata “rinviata a una data successiva”… forse il 1° aprile; che ironia. I ministri federali, ansiosi di apparire rilevanti per il nuovo “capo” in arrivo, sono stati impegnati a cercare di far capire al Paese che sono ancora al comando e che continuano ad essere i custodi di ciò che conta per i canadesi.
Per i lettori a cui ancora importa, ciò includerebbe la difesa della legge 21 in Quebec, la protezione (tramite inazione) delle barriere tariffarie e non tariffarie al commercio interprovinciale e, tramite azione giudiziaria, la difesa delle libertà religiose (non cattoliche) e del concetto di “diritti confessionali” garantiti dalla nostra Costituzione contro i decreti di secolarizzazione del governo del Quebec. È tutto rumore, chiacchiere. Sembra che il torpore degli ultimi dieci anni abbia bisogno di una giustificazione per poter continuare.
Il Parlamento federale è diventato un guscio vuoto da quando il PM ha deciso di chiedere al Governatore generale di prorogare/sciogliere il Parlamento (lei ha acconsentito). Una Corte federale delibererà le argomentazioni per dichiarare [la farsa] illegale il 12-13 febbraio. Cosa succederà poi? Niente di buono, scommetto.
Allo stesso tempo, il partito del PM ha appena dichiarato illegale/non valida la candidatura di un certo Chandra Arya. Lui è già Deputato al Parlamento regolarmente eletto. È idoneo a candidarsi a una carica elettiva, a prendere posto nella Camera dei Comuni ma non può aspirare a posizioni di leadership… perché apparentemente non appartiene alla comunità sud asiatica “giusta”, non è bilingue e non è indifferente al genere. Solo in Canada, vi chiederete?
I “decision-maker” sembrano rimettersi al PM assenteista che ha sventolato la carota di tre posti liberi al Senato e che sta per mettervi qualcuno, nonostante qualsiasi decisione sulle udienze della Corte federale del 12-13 febbraio.
Quindi, chi parla per il Canada (quello dell’Ontario)? A giudicare dalla valanga di avvisi provenienti dalla legislatura a Queen’s Park da giovedì (23 gennaio) della scorsa settimana, sarebbe il governo guidato dal Premier Doug Ford. Non ha ancora chiesto una proroga della legislatura (succederà mentre leggete questo), quindi è ancora completamente al comando. Armato di una maggioranza considerevole, dice di aver bisogno del sostegno dell’elettorato per mantenere la sua influenza contro qualsiasi minaccia esterna, in particolare quella basata negli Stati Uniti.
Solo il 27 gennaio, il giorno dopo il ritiro del super caucus del suo partito, ci sono stati non meno di dodici annunci che hanno coinvolto almeno quindici ministri e miliardi di dollari di spese stanziate per difendere e migliorare la qualità della vita e le esigenze dei residenti della provincia. I dossier di Salute, Istruzione e Trasporti sarebbero stati i beneficiari principali ma non esclusivi.
Questi hanno fatto seguito alla “raffica di comunicati stampa” pre-caucus – che ne ho contati almeno otto (secondo il mio conteggio superficiale) – e un annuncio di investimento di 800 milioni di dollari da parte di una società farmaceutica.
Se c’è qualche lotta interna, il Premier sembra avere le sue truppe e il suo programma saldamente sotto controllo.
Nella foto in alto, il Deputato Chandra Arya dà il benvenuto ai giovani nuovi arrivati provenienti dalla Cina e dall’Ucraina che partecipano al Youth Leadership Project organizzato dall’Ottawa Chinese Community Services Centre: la foto è stata pubblicata a dicembre sul profilo Twitter X del Deputato (@AryaCanada)
Traduzione in Italiano – dall’originale in Inglese – a cura di Marzio Pelù