Ontario

Tendercare Living Centre, vaccinati 102 residenti e 113 membri dello staff

TORONTO – Il vaccino, atteso come la manna dal cielo, è arrivato al Tendercare Living Centre.

Sono 102 i residenti e 113 i dipendenti della casa di cura a lunga degenza di Scarborough che sono stati vaccinati contro il Covid-19. A dichiararlo è il North York General Hospital, che gestisce temporaneamente il Tendercare Living Centre: a somministrare le dosi è stato lo Scarborough Health Network.

Un focolaio nella struttura che si trova nella zona di McNicoll e Victoria Park Avenue, scoppiato a dicembre, ha fatto registrare il contagio di 184 residenti dei quali 73 sono morti. È questo il numero di vittime più alto in una casa di cura a lunga degenza dell’Ontario dall’inizio della pandemia.

Al momento 28 residenti e 18 membri del personale risultano ancora positivi al virus. Nonostante la gravità della situazione il North York General Hospital è cautamente ottimista in quanto non sono stati registrati nuovi casi tra i residenti e, per il terzo giorno consecutivo, non ci sono stati nuovi decessi a causa del Covid-19.

«È un segnale incoraggiante che le cure e le misure di prevenzione e controllo delle infezioni ora in atto continuino a far migliorare la situazione, siamo determinati a debellare il focolaio del virus», si legge in un comunicato diramato dal nosocomio.

Nel frattempo 43 degli 80 membri dello staff prima infettati, ma oramai guariti, sono tornati al lavoro. Ma è stato proprio l’arrivo dei vaccini nella struttura a sollevare gli animi dei familiari delle persone che risiedono al Tendercare Living Centre.

Il governo dell’Ontario ha dichiarato all’inizio di questa settimana che il suo obiettivo era quello di inoculare entro il 21 gennaio il vaccino ai residenti e al personale di tutte le case di cura a lunga degenza a Toronto, Peel, York e Windsor-Essex. La tabella di marcia del governo è stata però criticata da Vivian Stamatopoulos, docente universitaria sostenitrice dell’assistenza a  lunga degenza: «Il governo ignora il fatto che la maggior parte delle case di cura a lunga degenza si trovi al di fuori di queste quattro regioni – ha detto Stamatopoulos Nell’Ontario settentrionale ieri i ragazzi sono tornati a scuola- in queste aree ci sono solo un quarto delle LTC. E francamente, se avessimo effettivamente trattato questa come l’operazione di emergenza che è, avremmo potuto già vaccinare almeno la metà di tutte le nostre 626 case di cura a lunga degenza».

L’aggiornamento quotidiano della situazione nelle case di cura, del resto, non è incoraggiante: sono attualmente 252 le LTC dove sono in corso epidemie di coronavirus, 7 in più del giorno precedente mentre anche i contagi tra i residenti sono saliti di 70 attestandosi a 1.502. Con gli altri 24 membri del personale al momento contagiati il totale sale a 1.260.

Nota dolente è sempre quella dei decessi tra gli anziani: con le ultime 13 morti il numero è salito a 2.980.

È una seconda ondata, questa del Covid-19, ancora più letale della prima: gli anziani continuano a cadere come birilli giorno dopo giorno.

«È semplicemente inaccettabile. Dobbiamo trattare questa situazione con l’urgenza che richiede perché i nostri anziani stanno morendo letteralmente ogni ora – incalza la Stamatopoulos – abbiamo un aumento di decessi esponenziale in queste case, e questo programma di vaccini così com’è adesso semplicemente non riuscirà ad eliminarle».

Anche il dottor Samir Sinha, direttore di geriatria presso il Sinai Health System e University Health Network, ha espresso la sua delusione per la distribuzione del vaccino nella provincia.

«Il nocciolo della questione è che i nostri governi stanno facendo politica con questi vaccini. Mentre dicono di volersi impegnare per far vaccinare le persone nelle quattro regioni hotspot, al momento abbiamo 33 unità di sanità pubblica che hanno case di cura in crisi – ha detto Sinha – se stiamo davvero seguendo un quadro etico e ci basiamo sui fatti, dovremmo assicurarci che queste persone ricevano i vaccini prima di chiunque altro, anche me compreso».

Mentre il Niagara Public Health attende con impazienza i vaccini che dovrebbero giungere in questi giorni, in altre tre case di cura – Rapelje Lodge a Welland, The Meadows of Dorchester a Niagara Falls e Linhaven a St. Catharines – sono scoppiati focolai del virus.

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