Ontario

Scuola, ora c’è l’incognita
del “March Break”

TORONTO – March Break sì o March Break no? Il governo dell’Ontario non ha ancora deciso. Al momento il ministero dell’Istruzione sta valutando la possibilità di annullare la ’pausa’ di marzo a causa delle nuove varianti di Covid-19 che stanno già circolando nella comunità.

Lunedì intanto torneranno a scuola i ragazzi di Hamilton e di Windsor-Essex, il 16 febbraio quelli di Toronto e delle regioni di York e Peel. Delle due settimane di vacanza per gli studenti, nell’annuncio di martedì relativo alla riapertura delle scuole negli hotspot della provincia, non c’è stato neppure un accenno.

Ieri il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce, nel corso di una intervista concessa a Cp24, ha toccato l’argomento ma non ha dato una risposta precisa. Insomma, come sempre, regna l’incertezza.

Dall’inizio dell’anno scolastico, sul mondo della scuola aleggiano molte incognite, tante inversioni di marcia, una buona dose di improvvisazione e di disorganizzazione. Poco importa se genitori, insegnanti e ragazzi non hanno alcuna certezza su quello che il governo ha in serbo per loro, per la propria vita fatta di lavoro, impegni e quant’altro.

“La decisione si baserà esclusivamente sull’imperativo di proteggere la salute pubblica. Alla fin fine, nessuno dovrebbe viaggiare, stiamo incoraggiando le persone a rimanere in questa provincia e nelle loro comunità. Conosciamo queste nuove varianti, non vogliamo portarne altre nella nostra provincia – ha detto Lecce – ma il nostro governo continuerà ad ascoltare gli ufficiali sanitari. Comunicheremo la decisione relativa al March Break con largo anticipo”.

Dopo aver presentato al governo le sue raccomandazioni per la riapertura delle scuole nella provincia, il dottor David Williams, Chief Medical Officer of Health dell’Ontario, dovrà suggerire se è opportuno che le scuole rimangano aperte dal 15 al 19 marzo oppure no.

“La tendenza al ribasso che abbiamo riscontrato negli ultimi 7-14 giorni in tutte le regioni, in particolare nelle aree dove i contagi sono più alti, dimostra che i sacrifici e i protocolli – l’ordine di stare a casa – stanno effettivamente facendo la differenza. La mobilità è in calo, i dati relativi ai tassi di positività giovanile sono più bassi e i contagi sono scesi complessivamente dal picco di 3.000- 4.000 casi al giorno di poche settimane fa. Quindi, abbiamo fatto la differenza in Ontario e siamo giunti al punto di poter riaprire le scuole in sicurezza”, ha detto Lecce.

Sono proprio le misure di sicurezza il perno sul quale si basa il ritorno in classe degli studenti della provincia. “Quando si tratta della questione dell’apertura delle scuole, sono convinta che non ci sia una risposta o una soluzione perfetta durante una pandemia – ha detto il Medical Officer of Health for the City of Toronto Eileen de Villa – per riaprire occorre solo che le misure di contenimento del nuovo coronavirus vengano applicate in maniera rigorosa”. Sono proprio le misure ad essere particolarmente importanti, secondo la de Villa, alla luce del fatto che le varianti più contagiose del virus hanno iniziato con tutta probabilità a circolare nella comunità.

A sostenere la decisione del governo Ford di far tornare gli studenti in classe negli hotspot è il sindaco di Toronto John Tory. “Vogliamo che le scuole riaprano in sicurezza e riaprano prima degli altri settori – ha affermato il primo cittadino – sono pienamente favorevole all’approccio adottato dal premier Ford, in particolare nei confronti delle scuole di Toronto. L’apprendimento in classe è molto importante ma siamo tutti d’accordo sul fatto che questa riapertura delle scuole deve avvenire in sicurezza”.

Non la pensa allo stesso modo la Elementary Teachers Federation of Ontario (ETFO) perchè con l’annuncio del rientro dei ragazzi nelle aule non è arrivato quello di “maggiori misure di protezione”. “Le classi non devono avere più di 15 studenti, i bambini del kindergarten devono indossare le mascherine, ogni aula deve essere fornita di un purificatore d’aria portatile – ha detto il presidente Sam Hammond – da agosto il governo Ford non ha investito neanche un centesimo nel sistema scolastico, deve smetterla di prendersi il merito per i fondi federali, deve usare il denaro per evitare una terza ondata”.

Pensiero, questo, condiviso appieno dalla deputata endippina Marit Stiles: “Ford non deve limitarsi ad aprire le scuole, deve fare in modo che siano sicure – ha detto chiaro e tondo – non ci sono misure per prevenire il diffondersi del virus, non ha ridotto le dimensioni delle classi, non ha migliorato l’aerazione, non ha alcuna intenzione di concedere giorni di malattia retribuiti”.

La mancanza di volontà del premier per migliorare il sistema scolastico, secondo la Stiles, non è una novità: “Ha apportato tagli ancor prima del Covid e continua su questa linea – conclude l’mpp – ora sta solo incrociando le dita nella speranza che tutto vada per il verso giusto”.

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