Ontario

Sanità, al via
la privatizzazione in tre fasi

TORONTO – È una svolta a 360 gradi quella annunciata ieri dal premier dell’Ontario Doug Ford e dal ministro della Salute Sylvia Jones. Un cambiamento che, come preannunciato nei giorni scorsi, vira verso la privatizzazione e che sarà permanente.

Ieri, durante una conferenza stampa, Ford e Jones hanno illustrato il nuovo piano in tre fasi che vedrà alcuni centri chirurgici e diagnostici a scopo di lucro della comunità assumersi maggiori responsabilità, inclusi ulteriori interventi chirurgici e altre procedure mediche. Il risultato dovrebbe essere la riduzione dei tempi di attesa e l’eliminazione degli arretrati chirurgici. “Dobbiamo essere audaci, innovativi e creativi – ha affermato la ministra della Salute aggiungendo che tutte queste procedure saranno coperte per i pazienti dall’Ontario Health Insurance Plan (OHIP) – dobbiamo basarci sullo spirito di collaborazione presente in tutto il settore sanitario”.

Il primo passo prevede che per ridurre la lista d’attesa per gli interventi di cataratta garantendo che ogni anno vengano eseguiti 14.000 interventi in più, il governo investa in “nuove partnership con centri chirurgici e diagnostici comunitari”. Centri, questi, che includono sia cliniche senza scopo di lucro che a scopo di lucro.

Il governo collocherà inoltre più di 18 milioni di dollari in centri esistenti per coprire altre cure procedurali come scansioni MRI e TC, interventi chirurgici oftalmici, interventi ginecologici minimamente invasivi e interventi di chirurgia plastica.

Il secondo passo prevede un’ulteriore espansione delle procedure “non urgenti, a basso rischio e minimamente invasive”, comprese le colonscopie e le endoscopie. Sono stati forniti pochi dettagli su quali procedure aggiuntive saranno incluse.

La provincia introdurrà anche una legislazione il mese prossimo che, se approvata, consentirà a queste cliniche private di condurre più scansioni MRI e TC “in modo che le persone possano accedere ai servizi diagnostici finanziati con fondi pubblici più velocemente”.

Come parte della terza e ultima fase del piano provinciale, le cliniche private potranno condurre interventi di sostituzione dell’anca e del ginocchio già nel 2024. “Abbiamo grandi ospedali che lavorano mano nella mano con le cliniche e questo è il modo in cui opereremo, scusate il gioco di parole – ha detto il premier Doug Ford ai giornalisti durante la conferenza stampa – questo è il modo con cui andremo avanti”.

Le modifiche legislative che consentiranno alle cliniche private di eseguire più interventi chirurgici non sono una misura temporanea per far fronte all’arretrato, ha chiarito Ford. “Questo piano è qui per restare. Del resto – ha affermato il premier – abbiamo una popolazione che invecchia e una popolazione immigrata che ha bisogno di assistenza sanitaria. Questo è un passo per assicurarci di fornire loro assistenza. Non importa se si tratterà si cataratta, protesi dell’anca, protesi del ginocchio, chirurgia del piede, diagnostica. È importante alleviare il peso agli ospedali e consentire loro di concentrarsi sulle procedure gravi”.

Ma già nei giorni scorsi gli esperti del settore sanitario hanno messo in guardia sulle possibilità di una esacerbata carenza di personale negli ospedali, sostenendo che investire in centri indipendenti spremerà risorse dal settore pubblico. La scorsa settimana il College of Physicians and Surgeons of Ontario ha affermato, per esempio, che qualsiasi espansione dei centri chirurgici privati creerebbe sfide per gli ospedali. “Molti mesi fa, siamo stati consultati e abbiamo condiviso la nostra opinione secondo cui i centri chirurgici autonomi devono essere collegati al sistema ospedaliero per garantire la continuità delle cure e la sicurezza del paziente – ha affermato in una nota il direttore e ceo Nancy Whitmore – abbiamo anche fatto presente che questa non è la soluzione alla crisi sanitaria e che potrebbe peggiorare ulteriormente la nostra carenza di risorse umane sanitarie e i tempi di attesa per cure ospedaliere più urgenti”.

I cinque principali sindacati sanitari dell’Ontario hanno inoltre lanciato un appello al governo Ford affinché interrompa il suo piano, definendolo “una iniziativa rischiosa che costerà cara agli abitanti dell’Ontario e danneggerà l’accesso all’assistenza pubblica”.

Dalla parte del governo si è schierata invece l’Ontario Hospital Association secondo cui – visto l’impatto del Covid-19 sugli ospedali e sulle risorse umane – le cliniche comunitarie rappresentano uno strumento essenziale.

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