Ontario

Lecce a caccia
di un accordo in extremis

TORONTO – I negoziati tra governo dell’Ontario e CUPE sono “a un punto morto” ed è difficile aspettarsi una svolta a breve termine ma il ministro Lecce (nella foto sopra, dal suo profilo Instagram) spera ancora in un accordo dell’ultimo minuto. La posta in gioco è scongiurare uno sciopero dei 55.000 aderenti al Canadian Union of Public Employees che causerebbe già a partire da lunedì la chiusura di tutte le scuole della provincia. “Speriamo davvero che queste trattative vadano avanti anche nei prossimi giorni, ci aspettiamo che ci siano negoziati“, ha detto ieri Lecce a CP24 – in fondo nonostante il preavviso di sciopero, possiamo ancora avere colloqui produttivi e questo è proprio quello che sto cercando di fare”.

Di certo, fin dall’inizio è apparso chiaro che i negoziati sarebbero stati lunghi e difficili. Il sindacato, che rappresenta assistenti educativi, personale amministrativo, custodi, bibliotecari e altri lavoratori della scuola, è tornato al tavolo delle trattative dopo due giorni di sciopero all’inizio del mese.

A convincere il team di negoziatori a riprendere le trattative è stata la revoca da parte del governo Ford del Bill 28 che vietava di scioperare e che, con la Notwithstanding Clause, scongiurava inoltre qualsiasi possibile ricorso costituzionale contro la legge. Una mossa, questa, che scatenato le proteste degli altri sindacati e che lo stesso primo ministro Justin Trudeau ha definito “fuori luogo”. Ford, secondo loro, questa volta aveva davvero esagerato.

Il sindacato ha affermato che le due parti hanno recentemente concordato un aumento salariale del 3,59%, ma che CUPE non è ancora soddisfatto dei livelli del suo personale da impiegare nelle scuole. “Fin dall’inizio, questa contrattazione ha riguardato i salari cronicamente bassi di questi lavoratori, ma ha preso in considerazione anche i servizi nelle scuole”, ha dichiarato il presidente del CUPE Ontario, Fred Hahn.

I posti di lavoro per i quali il sindacato sta lottando devono essere presenti, ha detto Hahn, “in modo che gli studenti abbiano il sostegno di cui necessitano per avere successo”.

Secondo il presidente del CUPE della provincia i colloqui sono falliti di nuovo perché “è difficile contrattare con se stessi”. “In sostanza il governo ha detto che è così, questo è tutto ciò che siamo disposti a dare – ha affermato – tutto quello che è successo poche settimane fa poteva essere evitato, proprio come può essere scongiurato quello che sta accadendo ora. Ci sono risorse disponibili, c’è un surplus di bilancio, ci sono modi in cui il governo potrebbe fare questi investimenti e aiutare effettivamente le scuole e i nostri ragazzi. E questo è davvero ora il fulcro della contrattazione per i nostri membri”.

Dal canto suo, Lecce ha detto di essere profondamente deluso dal momento che il governo ha fatto quanto gli era stato chiesto abrogando la controversa legge e acconsentendo a garantire migliori salari. Il ministro dell’Istruzione ha anche affermato di ritenere che gli aumenti di stipendio continuino ad essere “la frattura fondamentale” nelle trattative, nonostante l’insistenza di CUPE sul fatto che il denaro non sia più la questione importante.

Entrambe le parti assicurano di mettere al centro della vertenza i ragazzi ma genitori e figli sono in realtà quelli che vivono tutta l’incertezza e i disagi che questo tira e molla causa. Intanto diversi consigli scolastici hanno affermato di essere al lavoro per finalizzare il programma per la didattica a distanza nel caso in cui lunedì le scuole rimarranno chiuse.

E mentre le scuole sono nel caos i problemi all’Halton Catholic District School Board (HCDSB) non mancano: qui sarebbero in corso controlli circa l’eleggibilità di alcuni fiduciari scolastici. Non va dimenticato che anche se il provveditorato è cattolico non tutti vorrebbero perseguire una agenda che metta in primo piano i valori del cattolicesimo.

Non c’è pace neppure in seno al Toronto Catholic District School Board dove l’aspirante trustee nel distretto Etobicoke North Robert Pella, è stato battuto per un solo voto dal fiduciario scolastico uscente Joseph Martino. Pella, a questo punto, ha chiesto il riconteggio dei voti. Inoltre entro questa settimana i provveditorati pubblici eleggeranno i presidenti e i vice presidenti. Non è escluso che i problemi emersi il 24 ottobre possano avere ripercussioni in queste elezioni.

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