Ontario

Ford si contraddice: “Non rifiuto l’aiuto” ma dice no ai militari

TORONTO – Ha detto di non respingere gli aiuti ma i militari, nelle case di cura a lunga degenza dell’Ontario, non ci stanno affatto entrando.

Il premier della provincia Doug Ford ha detto di ritenere che l’invio delle forze armate nelle strutture maggiormente colpite dalla seconda ondata di Covid-19 sia giustificato e che il primo ministro Trudeau gli ha offerto di inviarli dove è necessario. Tutto bene fin qui. Ma Ford non ha ancora confermato di voler accettare la proposta.

«Ho parlato al telefono con il Primo Ministro – ha detto – non rifiuto mai l’aiuto… sia che si tratti dell’esercito, della Croce Rossa o di chiunque altro».

Il premier, pur ribadendo più volte che “mai e poi mai” direbbe no ad aiuti, ha cercato di scaricare la decisione alle ministre Fullerton ed Elliott. «Saranno la ministra del Long Term Care e della Sanità a determinare quando possono arrivare nelle case di cura se lo reputano necessario – ha detto il premier – a mio parere in alcune LTC è indispensabile».

Ma mentre il premier ha affermato di aver parlato con Trudeau un’ora prima della conferenza, martedì scorso il primo ministro aveva già detto di aver contattato il governo dell’Ontario per offrire un “aiuto mirato” per tenere sotto controllo i focolai di Covid nelle case di cura. Quel che lascia di stucco è che il premier Ford ha detto che “se sarà necessario ulteriore supporto lo richiederemo”.

“Se sarà necessario”. Non sono parole di fronte ad una affermazione come questa quando ogni giorno viene lamentata da più parti, in primis, la grave carenza di personale nelle case di cura a lunga degenza. Non è sufficiente forse constatare – lo stesso sito del governo dell’Ontario aggiorna quotidianamente i dati – che la seconda ondata del terribile virus sta sterminando ancor più della prima i residenti di queste strutture.

La media giornaliera dei decessi è compresa tra 30 e 40: ieri a rimetterci la vita sono stati 34 anziani che hanno fatto salire il numero complessivo dei residenti andati nel mondo dei più a 3.063. I contagi, del resto, continuano a salire: nelle ultime ventiquattrore sono passati da 1.542 a 1.603. I casi di infezione sono in aumento anche tra i psw e gli infermieri che ieri da 1.278 hanno raggiunto quota 1.297.

Sono numeri che parlano da soli, che continuano ad andar su ogni giorno, numeri che indicano la strage che si consuma in queste strutture. Ma, nonostante tutto questo, il governo non ha ancora accettato gli aiuti offerti da Ottawa.

La scorsa primavera lo scenario era meno grave di quello attuale quando diverse centinaia di infermieri delle forze armate canadesi e altro personale sono stati inviati in sette case di cura a lunga degenza della GTA gravemente colpite dal coronavirus: la loro presenza in queste strutture è stata importante sia perché hanno dato una mano nel circoscrivere i focolai di Covid, sia perché hanno documentato situazioni spaventose, stato di abbandono e scarsa assistenza ai residenti.

Non doveva ripetersi ma in questa seconda ondata della pandemia quasi il 40% delle LTC della provincia sta affrontando al momento focolai attivi della malattia. Dal 10 gennaio sono più di 200 i residenti morti dopo aver contratto l’infezione di Covid-19.

La provincia ha detto che prevede di inoculare la prima dose di vaccino a tutti i residenti dell’assistenza a lunga degenza dell’Ontario entro il 15 febbraio. Nelle LTC che si trovano nelle aree della provincia con i tassi di infezione più alti – Toronto, Peel Region, York Region e nella Windsor-Essex County – le vaccinazioni sono in corso e dovrebbero concludersi entro il 21 gennaio.

Intanto il nuovo modello previsionale della provincia, pubblicato martedì, pronostica che nella seconda ondata, nonostante gli sforzi per distribuire il vaccino contro il Covid-19 a tutte le case di cura il prima possibile, i decessi correlati al virus tra i residenti potrebbero superare i 2.600 entro il 14 febbraio, un numero di ben lunga più alto delle 1.815 morti registrate durante la prima ondata.

Alla Tendercare Living Centre di Scarborough, salita tristemente agli onori della cronaca per un focolaio di Covid-19 che ha seminato infezioni e morte, ieri ha perso la sua battaglia contro il virus un altro residente: con la sua morte il totale dei decessi è salito a 74 mentre 28 anziani e 18 membri dello staff risultano ancora positivi al contagio. Unica nota positiva, secondo il North York General Hospital impegnato nella struttura per debellare il virus, è che dal 4 gennaio non si è verificato nessun contagio nuovo.

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