Ontario

Covid e case di cura, emergenza infinita

TORONTO – Mentre la pandemia imperversa, i contagi aumentano e i lockdown non danno i risultati sperati, gli occhi sono puntati sulle case di cura a lunga degenza, vero punto debole di questa emergenza.

È sufficiente un contagio per dare il via a morti a catena, a stragi vere e proprie di anziani, soprattutto quelli più fragili fisicamente.

La situazione è gravissima, ad esempio, a The Maple Manor, che dopo lo scoppio dell’epidemia il 12 dicembre, ha chiuso i battenti ai visitatori senza però riuscire a contenere il dilagare del Covid-19. Nella casa di cura che si trova a Tillsonburg, cittadina a 140 chilometri da Toronto, risiedono 103 anziani 54 dei quali sono risultati positivi al virus. Tra i membri dello staff hanno contratto il virus in 34 e finora sono quattro gli anziani che non sono riusciti a sconfiggere il coronavirus.

Il sindaco, Stephen Molnar, ha detto che i familiari degli anziani e del personale lo contattano quotidianamente per ricevere aggiornamenti sulla situazione. La preoccupazione che la situazione possa ancora precipitare e i loro familiari soccombere al terribile virus è sempre presente.

«Dietro quei numeri ci sono persone reali – ha detto Molnar – sono membri della famiglia, sono amici, fanno parte della nostra comunità».

Del resto questa seconda ondata del virus continua a seminare contagi che in queste case di cura sono spesso l’anticamera della morte: finora in Ontario gli anziani deceduti dopo aver contratto il Covid sono 2.830, 35 in più del giorno precedente. Le strutture dove ci sono focolai attivi sono 216 mentre i residenti positivi ammontano a 1.097, i membri dello staff contagiati sono 1.101.

La storia si ripete. La prima ondata del virus ha lasciato il posto alla seconda mentre contagi e morti sono all’ordine del giorno.

Con gli ultimi due morti sale a 64 il bilancio degli anziani morti al Tendercare Living Centre. Da cinque giorni non vengono registrate nuove infezioni, come tiene a sottolineare il North York General Hospital, che ha affiancato Extendicare nella gestione dell’emergenza. Emergenza che, in queste strutture, è più viva che mai.

Proprio per affrontare la situazione l’NDP sta facendo pressioni sul governo conservatore a•nché riapra il Parlamento immediatamente: la leader Andrea Horwath ha formalmente presentato la richiesta lunedì, chiedendo ai membri del parlamento provinciale di tornare a Queen’s Park nonostante la pausa invernale di due mesi iniziata all’inizio di dicembre.

«Le case di cura a lungo termine sono in una crisi umanitaria. Gli anziani sono costretti a piangere e urlare per chiedere cibo e acqua, mentre sono esposti a infezioni mortali – ha detto Horwath – tutti gli mpp devono tornare a Queen’s Park. Stiamo affrontando un lockdown più lungo perché Doug Ford continua a scegliere di fare troppo poco e di fare quel poco troppo tardi».

Nel frattempo il governo provinciale ha negato la richiesta della commissione che indaga sulla gestione della crisi provocata dal Covid-19 nelle case di cura a lungo termine da parte della provincia, di prorogare il termine per la presentazione del loro rapporto finale dal 30 aprile al 31 dicembre prossimo.

La ministra del Long Term Care Fullerton ha respinto la richiesta, citando la necessità di un “processo accelerato”.

«Il nostro obiettivo principale era stabilire un processo di revisione indipendente ma agile per formulare raccomandazioni tempestive che potessero supportare il lavoro in corso del governo nella gestione del Covid-19 e nella prevenzione della diŠusione della malattia in quelle case, nonché su come aŠrontare le sfide permanenti nel settore», ha detto la Fullerton.

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