Canada

Oltre 153.000 pazienti hanno subìto ‘danni’ durante il ricovero negli ospedali canadesi nel 2024-25

TORONTO – Secondo un nuovo studio pubblicato pochi giorni fa, lo scorso anno negli ospedali canadesi sono rimaste “ferite” più di 153.000 persone su un totale di 2,6 milioni di ricoveri ospedalieri: nel periodo preso in esame, il 2024-25, in pratica 1 ricovero ospedaliero su 17 ha comportato almeno un evento dannoso. In un quarto dei casi, si addirittura sono verificati danni multipli.

Come riferisce il Canadian Institute for Health Information, autore dello studio (che si può consultare qui), i danni in questione possono essere: un errore farmacologico, un’infezione contratta in ospedale, un “incidente del paziente” come una caduta oppure un’ustione da radiazioni, oppure qualche altro incidente abbastanza grave da richiedere ulteriori cure o degenza prolungata. Ma il dato dei 153.000 “feriti” è in realtà sottodimensionato: per esempio, lo studio non considera i danni che coinvolgono persone con diagnosi di problemi di salute mentale o di abuso di sostanze, né i danni che si verificano nei pronto soccorso oppure i danni che iniziano in ospedale ma non vengono rilevati fino alle dimissioni della persona. Inoltre, il CIHI non tiene traccia dei decessi correlati a danni ospedalieri, perché lo studio si basa su un database di dimissioni. E poi il rapporto esclude i dati del Quebec. Il bilancio, dunque, potrebbe essere ben peggiore, anche se è già estremamente negativo.

Il tasso complessivo di danni è rimasto al 6% per il quinto anno consecutivo, superiore a quello degli anni precedenti al Covid-19. Dopo il picco nei primi anni della pandemia, “non ci siamo davvero ripresi”, ha dichiarato ai media Melanie Josee Davidson, direttrice delle prestazioni del sistema sanitario presso il CIHI. “L’intero sistema sanitario è ancora sotto shock a causa del periodo Covid e sta ancora cercando di riprendersi”, ha aggiunto.

Pochi casi di “danni ospedalieri” sono dovuti a vera e propria negligenza o, ancora più raramente, ad un intento doloso ed intenzionale di danneggiare. Ed “esiti” negativi si verificano anche nei migliori ospedali. Tuttavia, molti danni sono evitabili o comunque potenzialmente prevenibili.

Le persone che hanno subìto danni durante il ricovero ospedaliero rimangono, in media, cinque volte più a lungo: quasi un mese intero, 28 giorni, contro i 6 giorni di chi non ha subìto danni. E questo finisce per costare caro: il costo medio di una ospedalizzazione prolungata dovuta ad un “danno ospedaliero” è di quasi 45mila dollari, mentre quello di una degenza regolare è sotto i 10mila dollari. Entrando nel dettaglio dei danni, i dati mostrano che nel 2024-25 si sono verificate 55.929 infezioni ospedaliere, 6.769 “incidenti con i pazienti”, 33.470 danni associati a procedure come ferite da puntura durante un intervento chirurgico e 86.817 condizioni correlate all’assunzione di farmaci.

Oltre 21.600 persone hanno sviluppato “delirium”, un improvviso e grave stato di confusione spesso correlato all’età e causato da “una cosa che ne aggrava un’altra”, come trovarsi in un ambiente non familiare ed avere un sonno interrotto come avviene spesso, appunto, negli ospedali soprattutto alle persone più anziane.

Anche le cadute sono una causa molto frequente degli incidenti dei pazienti. “Vediamo anche fratture o lussazioni”, ha affermato ancora Davidson del CIHI, specie fra i pazienti più fragili. “Non è necessariamente che si sia alzato e sia caduto dal letto. Ma durante il percorso di cura potrebbe verificarsi un trauma”.

Lo studio è frutto di una partnership tra CIHI e Healthcare Excellence Canada (HEC) volta a rispondere alla domanda “Con quale frequenza i pazienti subiscono danni in ospedale?”. La risposta è abbastanza eloquente…

Foto di Stephen Andrews da Unsplash

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