TORONTO – Siamo costretti a pubblicare questa lettera aperta, inviata – un paio di settimane fa – in seguito a degli articoli riguardanti la legittimità dell’incarico di alcuni fiduciari, e in maniera particolare per la trustee Rizzo. Purtroppo, non ci è stata data risposta diretta sino ad ora. L’altro giorno abbiamo avvertito il direttore Browne che avremmo pubblicato questa lettera. È ora che ci rispondano.
“Caro Dottor Browne e Presidente Martino: consentitemi di esprimere apprezzamento per la risposta via email del Commissario per l’integrità, Principles Integrity, alla mia denuncia formale in merito alla posizione di Maria Rizzo come fiduciaria. È la seconda volta che lei mi indica che la questione sarà trattata dal Commissario per l’integrità.
Mi perdoni se le suggerisco, ma è come chiedere al Corriere Canadese di perdersi nella tana di un coniglio. Come ho sottolineato in una risposta precedente, riconosciamo che praticamente tutto ciò che fanno i vostri fiduciari ha un codice di condotta insito. Siamo stati piuttosto diretti nella nostra valutazione di ciò che stanno facendo al Consiglio ed al sistema dell’educazione cattolica.
Questo reclamo, che le abbiamo già documentato, si basa sul requisito dell’idoneità legale necessaria per ottenere e mantenere l’incarico. Lei forse potrà non essere d’accordo, come vuole, ma l’ho chiarita per lei come una istanza procedurale: se non era idonea, non ha il diritto di partecipare. Se non era idonea ad ottenere e mantenere l’incarico, deve essere considerata erroneamente in possesso di un bene che appartiene a qualcun altro.
Il commissario per l’integrità potrà anche essere “indipendente”, ma riferisce al consiglio scolastico del Provveditorato ed al suo direttore didattico (ossia, lei). Prima che io o il Corriere Canadese ci impegniamo con lui, per favore renda disponibile a me/noi la lettera di mandato che lei gli ha inviato riguardo a questo problema.
Nell’interesse della responsabilità e della trasparenza, vorremmo conoscere i parametri che lei ha delineato per lui; le persone che vi aspettate che egli intervisterà; la legislazione e il “regolamento” su cui il suo parere si baserà; ciò che lo autorizzerà a trascrivere; le condizioni che egli stabilirà con tutti gli intervistati; quali conseguenti sanzioni – oltre alla rimozione dall’incarico – lei raccomanderà; a quali altri individui o organismi renderà disponibile la sua relazione e, soprattutto, quali “strumenti di rimozione” utilizzerà.
Lei sa, naturalmente, che riteniamo che tutto ciò sia nel pubblico interesse. Per noi sarebbe estremamente difficile accettare condizioni vincolanti di riservatezza e di non pubblicazione suggerite nella sua lettera. Perché dovremmo farlo? Da quando lei, il vostro staff ed i vostri fiduciari vi siete insediati, avete messo a disposizione del pubblico e di altri a media/stampa documenti riservati.
Infine, come possiamo essere certi che l’attuale Commissario per l’integrità non verrà “cacciato” nell’improbabile caso in cui dovesse produrre una relazione scomoda – per lei – come è accaduto all’ex Commissario per l’integrità.
Cordiali saluti.
On. Joe Volpe, Corriere Canadese, Editore”