Cultura

Michele Morrone spara a zero sul cinema italiano

TORONTO – Una delle stelle emergenti italiane a livello internazionale, Michele Morrone, sta facendo notizia dopo la sua intervista con Francesca Fagnani andata in onda cinque giorni fa. Il talk show di Fagnani, “Belve”, è in onda dal 2018, ma solo negli ultimi anni ha raggiunto lo status di programma cult. Se non conoscete il programma, potreste aver visto alcuni dei suoi video virali su TikTok o Instagram tratti da interviste popolari.

Fagnani ha dichiarato apertamente ai potenziali ospiti che se hanno un film o un libro in uscita, “Non venite. Oppure se venite, non ne parliamo, perché altrimenti, questo vi metterebbe già nella posizione di ricevere complimenti”. Il suo obiettivo, invece, “è quello di approfondire la personalità, cogliendone sfumature, magari inedite – visto che tutti i personaggi [del film] sono già stati ampiamente intervistati”.

Fagnani “fa i compiti” e porta letteralmente il suo quaderno, che sembra un vecchio libro di ricette con pagine sparse e segnalibri in eccesso, alle interviste. Le sue domande sono personalizzate, e non lo sono mai state di più che nel suo programma l’altra sera, quando ha ospitato l’attore/modello Michele Morrone. Visibilmente turbata dal suo aspetto, sembrava altrettanto emozionata nel vedere quanto lui amasse se stesso.

Con domande come “ti senti invidiato?”, “chi è un attore migliore di te in Italia”, “chi è peggio di te?”, “quanto bevi?”, le trappole erano state tese. E Morrone non ha usato mezzi termini. Percepisce se stesso come un outsider in Italia, non accettato da quella che chiama la “cricca”, i notabili del mondo del cinema italiano. “Non mi sarei mai immaginato nella cricca italiana… migliore di me in Italia, c’è solo Borghi. I miei colleghi mi invidiano molto”.

L’intervista ha scatenato il dibattito tra gli spettatori e, mentre molti hanno criticato Morrone per quella che hanno definito arroganza o mancanza di professionalità, alcuni lo hanno elogiato per la sua disponibilità a rispondere ai critici. Ha poi approfondito la discussione sul suo account Instagram, definendo i suoi colleghi ideologi ed esibizionisti.

Se non pensi con il cuore a sinistra, sei solo un fascista. Se non indossi scarpe Clark e non dai l’impressione di essere trasandato, non sei un vero attore”. Ha continuato: “Pregiudizi di attori che fingono di essere gli unici democratici, di sinistra che, dopo aver vinto un David, si sentono dei in terra e si abbandonano al moralismo di sinistra non perché abbiano veramente a cuore il loro Paese, ma semplicemente perché è bello essere un attore impegnato in questioni sociali e politiche”.

Non si è fermato qui. A quanto pare Morrone ha molto da dire sull’ambiente cinematografico italiano, da cui afferma di essere escluso. “Se volete davvero essere rivoluzionari, i Che Guevara 2.0 di noi, smettete di fare gli attori, lasciate il cinema ed entrate in politica, candidatevi e cercate davvero di cambiare qualcosa in questo Paese, perché siamo stufi dei discorsi post-promozione al David di Donatello”. Messaggio ricevuto, Michele.

 Nelle foto, Michele Morrone e Francesca Fagnani e l’attore (immagini per gentile concessione della Rai) 

Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix

 

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