TORONTO – Fuoco incrociato su Doug Ford. A ventiquattrore dall’annuncio sulla nuova stretta in Ontario, non si spegne la polemica per una decisione che è stata criticata sia da chi voleva misure più drastiche e immediate, sia da chi invece proponeva di andare avanti con il lockdown a macchia di leopardo per non penalizzare le regioni in cui il contagio è più basso.
La soluzione trovata dal premier e dalla cabina di regia sanitaria a Queen’s Park, insomma, scontenta un po’ tutti quanti. Anche perché alla vigilia dell’annuncio sul lockdown esteso e generalizzato a tutta la provincia, dopo numerose riunioni a livello governativo e con lo staff del Chief Medical Officer David Williams, sembrava tutto fatto per l’attivazione delle nuove restrizioni a partire dal 24 dicembre.
Poi, improvvisamente, c’è stato il passo indietro del premier, che ha deciso di spostare di due giorni l’inizio del lockdown, che inizierà il 26 dicembre e che durerà almeno altri 28 giorni nel Sud dell’Ontario e due settimane al Nord. Ma perché Ford ha deciso di rinviare l’inizio di un lockdown che tutti gli indicatori davano come certo e imminente?
È chiaro che durante il fine settimana a Queen’s Park si sono moltiplicate le pressioni da parte di tutte le associazioni di categorie che chiedevano una sorta di tregua a cavallo di Natale prima del via libera alle nuove misure restrittive. Allo stesso tempo, però, i dati delle ultime settimane hanno ridotto di molto il margine di manovra del governo. Di conseguenza quella del lockdown esteso a tutto la provincia non era più una questione sul “se” farlo, ma “quando”.
L’associazione degli ospedali dell’Ontario, attraverso un comunicato stampa, ha criticato aspramente il premier per la sua decisione di rinviare di due giorni la stretta. Negli ospedali la situazione si trova a un punto critico: sono circa mille le persone colpite da Covid ricoverate nelle strutture ospedaliere, mentre il numero di ricoverati in terapia intensiva proprio ieri ha superato il record stabilito durante la prima ondata della pandemia, 285 contro 283. In molti ospedali sono stati rimandati gli interventi chirurgici di routine e la situazione, secondo le proiezioni presentate lunedì a Queen’s Park, è destinata a peggiorare – e di molto – prima di assistere a un’inversione di tendenza.
Ma più in generale a preoccupare le autorità sanitarie è soprattutto la curva epidemiologica, che continua a salire e non mostra alcun segno di rallentamento, anche alla luce del fatto che numerose regioni della provincia – Toronto, Peel e York, tra tutte – si trovano in lockdown già da alcune settimane senza che ci siano state risultati apprezzabili.
Ora il governo vede queste vacanze natalizie come un’occasione per frenare la catena dei contagi: con la chiusura delle scuole, degli uffici pubblici e di numerosi esercizi commerciali la possibilità di aggregazione e di contatto tra le persone calerà vistosamente. Poi la responsabilità passerà alle singole persone, che dovranno seguire le indicazioni e le linee guida delle autorità sanitarie: senza la buona volontà di tutti, quella contro il Covid è una battaglia persa.
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