Ontario

Lettere di mandato,
un’altra tegola su Ford

TORONTO – “Un governo caratterizzato da etica e responsabilità ed una provincia completamente al servizio della gente”. In una serie di lettere di mandato consegnate ai ministri di gabinetto appena nominati nel 2018, il premier dell’Ontario Ford spiegava in modo minuzioso esattamente cosa intendeva con “per il popolo” – parole che però sono entrate in conflitto con le azioni del suo governo coinvolto nello scandalo della Greenbelt.

Sono accuse pesanti, quelle contro il governo Ford ritenuto reo di corruzione e clientelismo: “Ad alcuni costruttori selezionati è stato concesso dal governo un trattamento preferenziale” si legge nel rapporto del commissario all’Etica David Wake. Un guadagno, quello degli sviluppatori edili, di tutto rispetto: 8,3 miliardi di dollari.

Ma sono lettere, queste ottenute da Global News da una fonte non autorizzata a renderle pubbliche, che nel 2018 la Cbc ha tentato di avere, in virtù della libertà d’informazione, senza riuscirci. Ora che sono di pubblico dominio rappresentano un’altra tegola sul governo della provincia. “Dobbiamo mostrare agli abitanti dell’Ontario perché possono credere di nuovo nel governo e perché possono fidarsi dei loro funzionari eletti pubblicamente”, si legge nella lettera di Ford che prometteva di governare con il pugno duro e di aspettarsi correttezza e trasparenza dai suoi ministri. Il resto è storia. Lo scandalo della Greenbelt è scoppiato al pari di una bomba quando si è scoperto che l’ex ministro degli affari municipali e dell’Edilizia abitativa Steve Clark aveva violato il Members’ Integrity Act per non aver supervisionato adeguatamente il suo personale durante il processo di selezione dei terreni.

A metterlo con le spalle al muro è stato rapporto il commissario Wake che ha suggerito che Clark stesse tentando di “nascondersi dalle responsabilità” chiudendo un occhio sulle importanti decisioni politiche attuate dal personale.

Nella lettera di mandato del 2018, Ford suggerisce anche che terrà d’occhio “i ministri del suo gabinetto, assicurandosi che operino in linea con la nuova filosofia di gabinetto”.

“Mi aspetto che l’opposizione ci chieda conto – e giustamente – ha detto Ford – ma vi riterrò anche personalmente responsabili delle vostre azioni”. Non è andata proprio così e nonostante il subbuglio causato dalla vicenda Greenbelt, Ford ha difeso a spada tratta Clark respingendo ripetutamente le richieste di licenziarlo. È stato quando la pressione è diventata insostenibile che Clark si è dimesso dal suo incarico seguendo le orme del suo allora capo dello staff Ryan Amato.

È lo stesso Ford che nelle lettere di mandato prometteva di essere intransigente e severo, che poche settimane fa, nonostante prove schiaccianti, ha scelto di chiudere un occhio, anzi due, e di non licenziare il ministro Clark. L’espressione “predicare bene e razzolare male” sembra calzargli proprio a pennello.

Nella foto in alto, il premier Doug Ford e l’allora ministro dell’Edilizia abitativa Steve Clark (Instagram / steveclarkmpp)

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