Lavoratori stranieri, canadesi con Poilievre
TORONTO – Il tema è spinoso e di conseguenza è destinato a dividere. La proposta di Pierre Poilievre di eliminare il programma governativo sui lavoratori stranieri temporanei – Temporary Foreign Worker Program (TFWP) – ha suscitato in questi giorni polemiche e veleni, con il governo federale che rimane sulle sue – sì ad un’eventuale riforma, no all’abolizione tout court – e con il leader conservatore che ha trovato per strada degli alleati inaspettati, primo tra tutti il premier della British Columbia David Eby. A cercare di capire quali siano gli umori dell’elettorato canadese è stata Abacus Data, che nel suo ultimo sondaggio ha scattato un’istantanea che fornisce risultati contrastanti. Secondo l’istituto di ricerca, i canadesi sono divisi sulla questione. Il 44 per cento del campione si dice favorevole all’eliminazione del programma, mentre il 30 per cento degli intervistati è contrario e vuole mantenere lo status quo. Il 18 per cento del campione, infine, o è indeciso o non ha un’idea precisa sulla proposta del leader del Partito Conservatore.
Poilievre la scorsa settimana ha lanciato la sua proposta sulla base del nuovo rapporto sul lavoro giovanile e sulle difficoltà dei più giovani sul fronte occupazionale. Secondo il leader conservatore, l’unica soluzione per affrontare il problema è quello di eliminare l’arrivo dei lavoratori stranieri temporanei per lasciare quei posti di lavoro ai più giovani. Collegato a questo troviamo anche il fronte della crisi abitativa, la mancanza cioè di alloggi che in questi anni ha fatto impennare il prezzo delle case e gli affitti un po’ in tutto il Paese.
“Le divisioni generazionali sono nette – si legge nel rapporto di Abacus Data che accompagna il sondaggio di ieri – Il sostegno all’eliminazione dei picchi del TFWP tra i canadesi di età compresa tra i 30 e i 44 anni (50%) e tra i 18 e i 29 anni (48%), indica le ansie relative a salari, opportunità di lavoro e accessibilità. Al contrario, il sostegno diminuisce tra i canadesi più anziani. Solo il 37% delle persone di età pari o superiore a 60 anni sostiene la proposta, indicando una maggiore preoccupazione per la stabilità della forza lavoro e la perturbazione economica”.
Va da sé che la spaccatura all’interno dell’elettorato canadese segue anche una ben precisa demarcazione geografica. “A livello regionale – continua il rapporto – il divario è altrettanto pronunciato. Il sostegno raggiunge la maggioranza in Alberta (54%) e Saskatchewan/Manitoba (49%), mentre l’Ontario si aggira a breve distanza con il 48%. Al contrario, solo il 34% dei residenti del Quebec sostiene l’eliminazione del programma, rendendola la provincia più resistente. Politicamente, i dati rivelano una chiara linea di faglia. Il 61% degli elettori conservatori sostiene l’eliminazione del TFWP, allineandosi strettamente con la leadership del partito. Solo il 17% è contrario”.
“Tuttavia, e perché questo potrebbe diventare un cuneo efficace per i conservatori, le opinioni tra gli elettori liberali del passato sono quasi equamente divise. Il 37% sostiene l’idea, mentre il 39% si oppone, creando una posizione difficile per il governo Carney”.
“Questo potrebbe trasformarsi in una delle questioni più divisive nel panorama politico, che attraversa in modo netto l’età, la regione e l’affiliazione politica. L’immigrazione è salita negli ultimi tre anni a diventare uno dei primi 5 problemi del paese, con quasi 1 su 4 che la colloca tra i primi 3 problemi nazionali. La proposta di porre fine al Programma per i Lavoratori Stranieri Temporanei è più di un suggerimento politico; può essere visto da molte persone come una cartina di tornasole per questioni più ampie sull’equità economica, l’identità nazionale e il futuro del mercato del lavoro canadese. I sostenitori del mantenimento del programma hanno davanti a sé una chiara sfida: dimostrare in modo convincente che i benefici dei lavoratori stranieri temporanei superano i rischi percepiti”.
In alto, il leader conservatore Pierre Poilievre (foto: X – Poilievre)