La Rai promuove il cinema italiano a Cannes
TORONTO – Durante l’European Film Market dello scorso anno, l’amministratore delegato di RAI Cinema, Paolo Del Brocco, ha annunciato il lancio soft della sua nuova divisione di vendita cinematografica: RAI Cinema International Distribution. Dopo dieci anni come produttore RAI, Fulvio Firrito è stato nominato responsabile del team vendite. Ora al completo al Festival di Cannes di quest’anno, il team vendite RAI include Valentina Di Palma di Vision Distribution, Maria Lanfranchi, recentemente arrivata da Intramovies, e Claudia Julia Catalano, che si occupa delle relazioni industriali.
Prima del nuova settore di distribuzione, la società subordinata RAI “RAI Com” si occupava dello sviluppo e della distribuzione dei suoi contenuti audiovisivi, sebbene si concentrasse principalmente sulla televisione. Dopo il passaggio di consegne, RAI Com ora si occupa del catalogo dell’emittente. Ma perché tutto questo è rilevante? Innanzitutto, il cinema italiano viene spesso venduto e distribuito da società di vendita francesi e tedesche.
Le ragioni sono piuttosto logiche e tediose, almeno per gli italiani, abituati a fare affidamento sulle infrastrutture e sulla potenza finanziaria dei loro vicini europei, in vari settori. Il settore cinematografico non fa eccezione. Le società di vendita francesi e tedesche dispongono di reti di vendita internazionali consolidate e, storicamente, di un maggiore supporto governativo. I finanziamenti statali aggiuntivi che ricevono consentono loro di investire di più nel marketing e nella distribuzione internazionale.
Alcuni esempi di film italiani recenti rappresentati dalle vendite estere: il più recente Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti (Kinology, Francia), Rapito di Marco Bellocchio (The Match Factory, Germania), Another End di Piero Messina (Newen Connect, Francia) e Parthenope di Paolo Sorrentino (gruppo mediatico europeo Fremantle).
“Questa edizione di Cannes rappresenta un momento chiave per noi… è il momento di essere pienamente presenti sul mercato e comunicare il nostro posizionamento”, afferma Firrito. “Per anni, molti produttori italiani si sono rivolti ad agenti di vendita esteri per i loro film, mentre il panorama della distribuzione internazionale in Italia rimaneva limitato. Questo nuovo ruolo gioca una funzione strategica nella promozione del cinema italiano all’estero, condividendo la nostra cultura e identità e sostenendo la crescita dell’intero settore”.
RAI Cinema investe sia in artisti emergenti che affermati, impiegando fino a 85 milioni di dollari all’anno nella produzione. A tal proposito, Firrito afferma che “Le vendite internazionali non sono solo un’opportunità di business… sono un modo per promuovere la cultura e l’identità italiana all’estero e per dare ai nostri film il riconoscimento che meritano”.
RAI Cinema produce circa 60 lungometraggi all’anno, il che la rende la principale società di produzione in Italia. E il programma RAI a Cannes di quest’anno include il biopic su Buffalo Bill “Testa o croce?” di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis. Da segnalare anche il successo al botteghino italiano “Follemente” di Paolo Genovese, “L’abbaglio” di Roberto Ando, un film sull’Unità d’Italia guidata da Garibaldi (con Toni Servillo), e infine “La vita da grandi”, diretto da Greta Scarano (con Matilda De Angelis).
Immagine del Red Carpet di Cannes per gentile concessione di Denis Makarenko; il l° Padiglione Italia a Cannes per gentile concessione di MIA
Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix