TOKYO – Come si può definire la più fulminante delle emozioni, quella che dura poco meno di dieci secondi, che ti fa palpitare il cuore, gridare ed alla fine persino piangere di gioia? Da domenica 1 agosto, per tutti gli italiani nel mondo, ha un nome e cognome: Lamont Marcell Jacobs. Parla con una cadenza bresciana l’uomo che a Tokyo ha corso più veloce di tutti e come il vento. È nato da Viviana, mamma italiana, e da un padre militare statunitense, ad El Paso, in Texas. Ma Marcell a soli 10 mesi era già in Italia con la mamma, per iniziare una vita che non avrebbe mai immaginato fosse così incredibile. È l’uomo che ha vinto la medaglia d’oro nei cento metri piani, alle Olimpiadi giapponesi. Per farlo, ed entrare così nella leggenda dello sport, ha impiegato 9 secondi ed 80 centesimi, nuovo record europeo. Ha corso ad una media di 43,8 kmh sulla pista in tartan di Tokyo.
Marcell l’ha sbranata quella pista ed ha messo in riga tutto il mondo. Un atleta azzurro succede al giamaicano Usain Bolt, quello che ha disintegrato tutti i record della velocità pura nell’atletica leggera. Una leggenda Bolt, ma Marcell è ora a soli 24 centesimi di secondo dal record mondiale. Una cosa pazzesca, impensabile sino alla scorsa settimana. 9″91 in batteria, 9″84 in semifinale e 9’80” in finale. Nessun italiano era mai riuscito a tanto, nemmeno la leggenda di Pietro Mennea, la ‘Freccia del Sud’, il cui 19″72 è ancora record europeo dei 200 metri piani.
A 26 anni, Marcello – lasciatecelo chiamare così – è già papà di tre bambini. Ha la testa a posto. “L”avevo promesso e ora lo faro’: l’anno prossimo Nicole diventera’ mia moglie, assolutamente si’. Coroneremo il nostro sogno”. ha detto Marcello riferendosi alla sua compagna, Nicole.
E corre come il vento, come facevano Carl Lewis o Jesse Owens. Ma non è giamaicano, statunitense, britannico o canadese, come il 99% degli sprinter di successo. È italiano! “Io in Texas sono solo nato: da quando ho 10 mesi vivo in Italia, e l’Italia è il mio Paese”, ha ribadito Marcello dopo il trionfo.
Allo Stadio dei Marmi di Roma, Marcello si allena correndo dietro una macchina, otto ore al giorno, tra pista di tartan e palestra. Come il suo mito, Pietro Mennea da Barletta, Marcello ha stupito il mondo intero. E l’Italia lo ama e lo ringrazia per un successo incredibile, indimenticabile. Grazie Marcello!