Interviste

Di Sanzo: “Noi eletti all’estero
faremo la nostra parte”

TORONTO – I parlamentari eletti all’estero sono pronti a fare la loro parte in questa nuova legislatura. Lo assicura Christian Di Sanzo durante un’intervista concessa al Corriere Canadese, nella quale il neo deputato eletto nella ripartizione Nord e Centro America sottolinea come sarà massimo l’impegno per la tutela e la difesa degli italiani che vivono al di fuori dei confini nazionali.

“È un grande onore – dichiara il parlamentare del Partito Democratico – poterli rappresentare alla Camera dei Deputati, vogliamo lavorare in modo coordinato all’interno del mio partito con gli altri deputati eletti all’estero e spero che ci saranno opportunità per lavorare con quelli degli altri partiti. In questo momento il maggiore impegno sarà la discussione del decreto Aiuti, con la votazione che inizierà questa settimana e di conseguenza la sfida molto importante per noi eletti all’estero, la legge di bilancio, in cui dovremo cercare in tutti i modi di far sì che siano dedicate risorse proporzionate a quelli che sono i bisogni degli italiani all’estero”.

D’altro canto, nonostante la sconfitta a livello nazionale, il Partito Democratico ha registrato un risultato incoraggiante nelle ripartizioni estere. Il Pd, infatti, è l’unico partito ad avere eletto un deputato in tutte e quattro le diverse ripartizioni, mentre al Senato il risultato è stato di tre eletti su quattro. A livello di rappresentanza, quindi, il Pd vuole fare tesoro di questo risultato, con l’intenzione di avviare un dialogo proficuo anche con le forze di maggioranza di centrodestra.

“Sono state tre settimane intense di lavoro – aggiunge di Sanzo, che fa un primissimo bilancio della sua esperienza in parlamento – La cosa importante è che si formasse un governo rapidamente. Siamo stati impegnati nell’elezione del presidente della Camera e nell’elezione di tutti i vari ruoli che fanno parte dell’ufficio di presidenza della camera. Momenti intensi, almeno nel mio partito c’è stato un grande risultato per gli eletti all’estero e questo porterà a una rivalutazione del nostro ruolo e dell’importanza rispetto al passato. Spero che questo apra una serie di opportunità per far sentire la nostra voce di deputati eletti all’estero”.

Eppure, anche nella formazione del nuovo governo, per gli italiani residenti all’estero resto un po’ l’amaro in bocca per la mancata creazione di un ministero ad hoc che si occupi di chi vive lontano dal Belpaese. “Questa proposta di un ministro per gli Italiani del mondo si è rivelata una vaga promessa elettorale focalizzata a ottenere voti e nulla più. Hanno dimostrato che non c’era alcun interesse e in questo caso sono molto diretto perché non hanno scuse: il partito di maggioranza è Fratelli d’Italia, il partito principe che aveva promesso di creare questo ministero, hanno la maggioranza al governo, se c’era la volontà politica di farlo lo avrebbero fatto. È chiaro che non c’era la volontà di farlo. Ora non è un danno che non ci sia questo ministero, perché io non ci ho mai creduto, però se lo prometti e non lo fai, te ne devi assumere le responsabilità. È stata una proposta populista ed è importante combattere e contrastare questo populismo”.

Dai banchi dell’opposizione, ovviamente, le prime impressioni di questo governo non sono positive, anche se Di Sanzo ci tiene a sottolineare l’importanza della nomina di Giorgia Meloni alla guida del governo.

“È il primo presidente del Consiglio italiano donna e questo, al di là delle divisioni politiche, è un grande risultato e un segnale importante. Detto questo, nel suo discorso alla Camera di fatto non ha elencato come realizzare i risultati che vogliono raggiungere. Ha parlato di una certa serie di cose da fare ma non si vede un approccio pratico. Nulla sulle priorità, come l’energia: anzi, sono rimasto deluso dalla nomina fatta in questa posizione, perché in questa fase si tratta di uno dei ruoli più importanti per l’Italia, e l’altra priorità è l’economia e ancora non è chiaro quale direzione vogliano prendere al di là degli slogan. Giorgia Meloni, in cinque anni di opposizione ha detto no a tutto e ora sta rivedendo le sue stesse opinioni: vedi la questione delle trivelle, dove lei ha sostenuto il no per proteggere l’ambiente e ora pensa che dobbiamo assolutamente trivellare e utilizzare le risorse che abbiamo in Italia, che può essere anche una posizione condivisibile, però abbiamo una contraddizione di fondo con quello che diceva quando era l’opposizione”. A non convincere Di Sanzo è anche la svolta del governo sul fronte Covid, caratterizzata peraltro da provvedimenti annunciati nel primo Cdm che poi sono stati rivisti o addirittura accantonati.

“C’è un approccio molto ideologico e questo è sbagliato soprattutto in materia di sanità. Io per formazione sono uno scienziato e credo che si debba usare un approccio scientifico che si basi su dati e numeri. Questo approccio ideologico del “togliamo le mascherine a prescindere” è populista e non intelligente, non va nella giusta direzione. Il rientro dei medici non vaccinati è sbagliato, perché i medici che non hanno un approccio scientifico non sono di fatto buoni medici e questo lo trovo molto azzardato. È importante che abbiano fatto retromarcia sulle mascherine e spero che questo serva da lezione al governo”.

Infine, una considerazione sullo stato di salute del Partito Democratico. “Non è buono. Il risultato elettorale ha messo alla luce questo. Credo che problema non sia la filosofia di fondo del partito, ma dobbiamo organizzarci e comunicare meglio. Apriamo una fase di rinnovamento che parte – a differenza di quello che abbiamo fatto un passato – dalle idee e poi dai nomi. Andiamo verso questa fase di discussione dell’identità del partito. Il rischio è che tendiamo a farlo da italiani, in cui magari ci perdiamo troppo nella discussione. Io lo guardo con un approccio anglosassone, vorrei che la discussione sia un po’ più concreta e pragmatica. Sappiamo chi siamo, dobbiamo invece capire cosa vogliamo fare”.

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